contatore visite

venerdì 17 ottobre 2025

Elenco posts

 Elenco dei miei posts scritti nel periodo dal 28/3/18 ad oggi:

                                                   (su FB ) - pdf e video - mie domande

17 ottobre 2025    Hugh Everett III, l'uomo degli universi paralleli che, deluso da quello in cui si trovò a vivere, rinunciò alle emozioni.

11 ottobre 2025    L'esperimento di Holmberg, precursore delle moderne simulazioni numeriche al computer, quale atto di empatia intellettuale verso il cosmo.

2 ottobre 2025      Il Vuoto come origine dell'Universo?

19 agosto 2025     La sessualità negata alla rappresentazione della donna sulla targa fissata alle sonde Pioneer: la prudenza di Carl Sagan, il bigottismo della NASA e la riscossa di Joe Davis.

7 agosto 2025      Intelligenza artificiale: Bostrom, il “paperclip maximizer” e la pulizia etnica operata contro i Rohingya.

25 luglio 2025     L'impossibilità di rinunciare ai "miti fondanti" e le possibili conseguenze nella società contemporanea: ripensare a come vengono costruiti e diffusi quale soluzione ai futuri conflitti.

19 luglio 2025    Quanto rallenterebbe il tempo per un astronauta su un "pianeta di Miller" in orbita attorno ad uno dei due buchi neri di cui disponiamo la fotografia?

4 luglio 2025      Quali erano le dimensioni dell'universo al termine dell'inflazione?

25 giugno 2025   “Ci sono ancora alcune domande senza risposta, ad esempio: il bosone di Higgs esisterebbe se non ci fosse la matematica per descriverlo?"

20 giugno 2025    Può la corrente elettrica costituire una cura alle difficoltà di apprendimento della matematica?

29 maggio 2025  Prima del Big Bang: la "fase di attesa", una nuova congettura proposta da Melcher, Pradhan e Watso.

22 maggio 2025   No, La notizia "la fine del nostro universo avverrà prima di quanto sinora stimato" non è corretta.

15 maggio 2025   Sopravvivere alla caduta in un buco nero: Gargantua, il buco nero di Interstellar, è un oggetto descritto dalla metrica di Kerr?

2 maggio 2025     Freeman Dyson, il visionario: un motore per spostare le stelle e risparmiarci un tetro lontano futuro.

24 aprile 2025      A cosa è dovuta l'enorme dilatazione temporale sperimentata dall'interprete del film di Nolan sul pianeta di Miller?

28 marzo 2025     Cosa vedrebbe un ipotetico osservatore che si trovasse sulla superficie di una stella di neutroni?

26 marzo 2025     Come riconoscere il momento in cui le attuali AI raggiungeranno la condizione di AGI (Artificial General Intelligence)? Saremo senza difese di fronte ad una AI con prestazioni sovraumane in ogni campo?

26 febbraio 2025   LSD e fisica, un esperimento inquietante: le sostanze psichedeliche possono influenzare la percezione della realtà quantistica?

21 febbraio 2025   La "naturalezza" costituisce ancora un valido principio guida nella ricerca delle Leggi di Natura che regolano il nostro Universo?

18 febbraio 2025  Stringhe: teoria scientifica o semplice congettura?

12 febbraio 2025  Che fine farà l'informazione quando anche l'ultimo buco nero sarà evaporato?

4 febbraio 2025  Ma quanto è grande l'universo in cui viviamo?

22 gennaio 2025  Uno o molti multiversi? La “prudente scommessa” di Steven Weinberg sulla teoria del multiverso.

14 gennaio 2025  L'universo primordiale potrebbe aver ospitato condizioni favorevoli ad un precocissimo sviluppo della vita: una ridefinizione delle caratteristiche biofiliche del cosmo.

27 dicembre 2024 Negli spazi intergalattici il tempo scorre più o meno velocemente che sulla Terra?

9 dicembre 2024   Il nostro universo come interno di un buco nero presente in un altro? L'azzardo di Popławski e la discussione tra Tonelli ed Odifreddi.

10 ottobre 2024      Il mio dialogo con ChatGPT

25 settembre 2024  Il fisico Tullio Regge, la "Biblioteca di Babele" ed i buchi neri.

16 settembre 2024  "Cosa vedrebbe un astronauta ... ?" parte seconda: escursioni termiche e pianeti in orbita intorno alle nane rosse.

7 settembre 2024  Cosa vedrebbe un astronauta sbarcato su un pianeta di un sistema binario?  (Come realizzare un ottimo film di fantascienza).

17 maggio 2024   Il treno degli orfani

6 maggio 2024     Nel peso di una molla compressa la differenza tra la teoria della gravità di Newton e quella di Einstein.

11 marzo 2024      Peter Higgs, la persona dietro lo scienziato.

3 febbraio 2024  Stephen Hawking e Thomas Hertog, la "Top Down Cosmology"

5 gennaio 2024  Leonard Susskind e la sua guerra per la salvezza della Meccanica Quantistica

10 dicembre 2023  Il limite intrinseco alla capacità degli acceleratori di particelle di sondare distanze sempre più brevi aumentando le energie.

12 ottobre 2023      La dialettica tra la fisica teorica e quella sperimentale.

12 ottobre 2023      E' oramai certo, l'antimateria "non cade verso l'alto": ci siamo giocati il motore di Alcubierre!

7 ottobre 2023     Il carattere delle probabilità nelle interpretazioni della meccanica quantistica: Copenhagen, Everett e “l’affidabilità” delle probabilità soggettive di de Finetti.

19 settembre 2023  Il passato non è "dietro le nostre spalle" come si è soliti affermare: è invece presente, lì davanti ai nostri occhi, nel cielo stellato.

16 settembre 2023  Una nuova fisica dietro l’angolo? Le “sorprese di Higgs” (e quella di Guido Tonelli).

10 settembre 2023  Alla ricerca di materia oscura pesante e leggera: gli esperimenti DarkSide e NA64

13 Agosto 2023      Dove indirizzare la ricerca di vita al di fuori del sistema solare? Non solo esopianeti ma anche stelle nane brune e “verdi” potrebbero avere acqua liquida in superficie.

7 Agosto 2023        Avi Loeb ed il suo contributo al progetto Breakthrough Starshot: la prima missione interstellare.

27 Luglio 2023       I Voyager Golden Records in viaggio verso le stelle: contengono un messaggio destinato a noi terrestri?

19 Luglio 2023       "La grandezza dell'ignoto è democratica"

13 Luglio 2023       La Terra a pera di Cristoforo Colombo

28 giugno 2023       Come i socials ci "agganciano" e monopolizzano il nostro tempo libero: i piccioni di Skinner e la strategia dei "like ritardati" di FB.

15 giugno 2023       Abilità mentali umane ed abilità in cui eccellono le AI (intelligenze artificiali): gli ambienti più consoni alle une ed alle altre.

11 giugno 2023       Il cervello dei sapiens (e di altre specie ad essa vicine) si è evoluto per gestire le situazioni di incertezza.

29 maggio 2023      LAWDKI, la ricerca di forme di vita aliena condotta adottando un nuovo paradigma: il finanziamento da parte della NASA all'iniziativa LAB.

24 maggio 2023      Il paradosso della tolleranza, una storia attuale?

2 maggio 2023        Agnotologia, la scienza che spiega perché diventiamo sempre più ignoranti.

28 marzo 2023        Grappoli di buchi bianchi o modifica della RG?

20 gennaio 2023      La vita al di fuori della Terra: cosa cercare e dove? I limiti della definizione di "fascia abitabile" e l'ipotesi "superterre e tettonica a zolle".

9 gennaio 2023       Come disinnescare un potenziale conflitto? Due esempi magistrali offerti da Richard Feynman.

9 dicembre 2022      Isole nei buchi neri: è stato davvero risolto il paradosso dell'informazione?

13 ottobre 2022       Di googleplex, di tetrazioni, del numero di Graham e della loro inutilità per misurare l'Universo: "... più uno!..."

5 ottobre 2022         E' davvero indispensabile ipotizzare l'esistenza della materia oscura per giustificare anomalie legate alla gravità riscontrate in quasi un secolo di osservazioni?

29 settembre 2022   L'obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza sugli autoveicoli e gli xenotrapianti: la CRISPRmania e le aspirazioni ad una società più "giusta"

23 settembre 2022   Parrocchiale ed Universale: dove potrebbe nascondersi alle nostre ricerche una vita aliena e perché siamo ancora troppo condizionati dal pregiudizio antropico negli attuali progetti in atto.

16 settembre 2022   Onde gravitazionali e sistemi binari: in un lontano futuro la nostra Luna finirà per fondersi con la Terra?

13 luglio 2022         "Excuse me while I kiss this guy": il fenomeno MONDEGREEN può colpire anche le AI?

30 giugno 2022       Sono davvero buchi neri di Einstein i due oggetti "fotografati" dalla collaborazione EHT (Event Horizon Telescope) e finiti sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo?

22 giugno 2022       Gli orologi al polso di osservatori posizionati in zone diverse della Terra a livello del mare viaggiano tutti alla stessa velocità?

30 maggio 2022      Un po' di matematica e fisica - che forse non conoscete - alla base dei sistemi di navigazione satellitare.

10 maggio 2022     L'effetto "Uncanny Valley" e gli zombies.

2 maggio 2022       Dove finisce la materia, attirata verso il proprio orizzonte degli eventi, dal pozzo gravitazionale scavato nello spazio tempo da un Buco Bianco?

8 aprile 2022          I giorni sul nostro pianeta sono sempre stati di 24 ore? Come siamo riusciti a misurare sperimentalmente la durata di un giorno di 400 milioni di anni fa.

10 marzo 2022       La coscienza delle api: quando più è meno e meno è più

2 marzo 2022          Buchi neri, gusci di fuoco ed orbite complesse

17 febbraio 2022   La dote cosmica dell'umanità.

25 gennaio 2022    Come ci prepariamo ad una missione umana verso Marte: "le farfalle possono volare sul pianeta rosso?"

20 gennaio 2022    L'origine degli atomi di oro nel nostro universo: r-process innescati da kilonovae e collapsars.

12 gennaio 2022    Perché, da un punto di vista scientifico, non è opportuno affidarci alle AI "robot-giudici": una riflessione sull'impossibilità di dare una definizione matematica al concetto di imparzialità.


5 gennaio 2022      Geoffrey West e la sua serendipity: dalla ricerca delle caratteristiche universali proprie delle particelle elementari a quelle del tessuto urbano.

23 novembre 2021 La fisica ed il problema della coscienza: è possibile fare a meno dello spazio tempo in un modello di realtà oggettiva?

22 novembre 2021 Matvej Bronštejn e la lunghezza di Planck

31 luglio 2021      Il "multiverso di livello I" e la copia perfetta di noi stessi a "soli" 10^10^118 x 10^27 metri da noi.

13 luglio 2021      L'illusione dell'esistenza di un "adesso cosmico".

29 giugno 2021    Cosa c'era prima dell'inizio: il Big Bang, origine del tutto o la fine di qualcosa? L'inflazione eterna di Alex Vilenkin

8 giugno 2021      Sovrastimiamo l'efficacia dei farmaci? Gli NNT (numbers need to treat) e la probabilità a grandi e piccole scale.

30 maggio 2021   La trappola della meritocrazia: davvero l'utilizzo di un criterio meritocratico è il mezzo ottimale per ottenere una società più "giusta"

14 maggio 2021  L'incredibile viaggio nel tempo dell'Apollo 8 ed il "paradosso dei gemelli" che paradosso non è. 

11 maggio 2021   Linee Tendex e la coppia di satelliti Grace: studiare il sottosuolo direttamente dal cielo, soltanto un sogno?

9 maggio 2021     Come finì con i tre teams di scommettitori che macinavano utili investendo sui biglietti della lotteria Cash WinFall?

6 maggio 2021     Le origini del gioco del lotto: è possibile guadagnare investendo in biglietti della lotteria?

5 maggio 2021     Il crescente "rumore" nelle evidenze degli esperimenti scientifici ed i gamberi marmorizzati

4 maggio 2021     La storia di GFT (Google Flu Trends), l'algoritmo di Google che doveva rivoluzionare il modo di far scienza.

3 maggio 2021    Il rischio di insuccesso nei processi di trasferimento della conoscenza

21 marzo 2021    L'aspetto fisico dei sapiens nel prossimo milione di anni

2 marzo 2021      Il trilemma di Bostrom e la probabilità di vivere in una simulazione.

1 marzo 2021       L' "attesa di vita" tra vicini di villa agli Hamptons: un puntino all'estrema destra ed un grafico su cui meditare

1 marzo 2021       Fin dove si spinge l'affidabilità delle indagini sul DNA 

27 febbraio 2021  La risposta di Stephen Webb alle mie obiezioni 

18 febbraio 2021   Le ragioni dello scetticismo di una parte della comunità scientifica circa l'esistenza di vita intelligente al di fuori del nostro pianeta.

11 gennaio 2021    Affrontiamo il problema della definizione di cosa sia la coscienza da un'altra prospettiva.

10 gennaio 2021    Il mistero della coscienza, i CCN ed i pazienti sottoposti a "split brain"

8 gennaio 2021      Una risposta semplice (ma poco nota) ad una domanda semplice: quando un soggetto infettato dal virus Sars-CoV-2, diventa contagioso e fino a quando lo rimane?

30 dicembre 2020   ... e se le misure finora adottate per contrastare l'attuale pandemia non fossero le più efficaci, ed in alcuni casi avessero invece provocato una sua recrudescenza?

15 dicembre 2020   L'efficacia del contact tracing: una questione di evoluzione?

24 novembre 2020   Perché le persone con un QI molto alto non hanno successo negli investimenti in borsa?

21 agosto 2020        La soluzione n. 33 al paradosso di Fermi: "non abbiamo ancora ricevuto segnali dagli alieni perché sviluppano una matematica diversa"

30 luglio 2020         Il futuro dell'evoluzione sul pianeta Terra.

21 luglio 2020        Può il concetto di "male" aver costituito un vantaggio evolutivo per la nostra specie?

7 luglio 2020          "Gli astronomi sono tutti bastardi sferici": Zwicky, il precursore della materia oscura.

7 giugno 2020        George Floyd, il razzismo negli USA ed i bias che colpiscono le IA: può un algoritmo essere imparziale?

15 maggio 2020     I medici comprendono la (matematica) statistica?

2 maggio 2020       HIV, Covid-19 ed il vero signficato di un test con responso positivo:"fase 2", maneggiare con estrema cautela!

27 aprile 2020        Franco Magnani, l'artista della memoria visto con gli occhi del neurologo Oliver Sacks

19 aprile 2020        Il prestigio dei "Nobel" ed il principio di autorità: vale più di un'altra l'ipotesi formulata da un "nobel"?

13 aprile 2020        I fenomeni emergenti, la coscienza ed il tempo: le riflessioni di un dopo pranzo pasquale.

1 aprile 2020          Scott ed Amundsen, il fly-by di Urano e la tragedia del Challenger: una visione di Freeman Dyson sulle modalità di progettazione di un'impresa.

28 marzo 2020       Freeman Dyson:un fisico extraterrestre?

20 marzo 2020       Italia e Cina: la crisi della democrazia liberale ed il diverso grado di efficacia nella risposta all'epidemia in atto

6 marzo 2020         Salti di specie, pipistrelli e la variabilità discordante nel DNA dei Sapiens

25 febbraio 2020    Perchè siamo così spaventati dal coronavirus Covid-19: un problema di comunicazione.

18 febbraio 2020    L'epidemia di coronavirus ed il rischio biologico: la cenerentola degli incubi del XXI secolo.

12 febbraio 2020   Stati Uniti del Sud e Giappone: un parallelo relativamente alla distorsione nel funzionamento del sistema giudiziario.

3 febbraio 2020      Quanto sono rari i numeri palindromi? Una bufala ci permette di fare chiarezza sulla frequenza dei numeri palindromi espressi in diverse basi.

20 gennaio 2020    Il significato del termine creatività ed il "codice umano".

18 dicembre 2019  L'emicrania come causa fisiologica di visioni mistiche nel medioevo ed in età moderna: Hildegard von Bingen ed Oliver Sacks

29 ottobre 2019      Prodotti alternativi sono davvero meglio dei sacchetti di plastica per quanto riguarda l'impatto sull'ambiente?

23 ottobre 2019      Anche i piccioni credono in dio? Le interpretazioni dell'esperimento condotto da Skinner alla fine degli anni '40

18 ottobre 2019      Probabilità, certezza ed affidabilità: l’incredibile contributo del matematico italiano Bruno De Finetti, un uomo che nella seconda metà del ‘900 ha “salvato" la reputazione della scienza

10 settembre 2019  Perché la scienza ha fallito nel compito di rendere la gente capace di ragionare in modo razionale.

28 agosto 2019       Facebook potrebbe limitare l'odio in rete, ma non lo farà perché danneggerebbe il suo modello di business

24 luglio 2019        Salvini, la Lega, l'Unione Europea e la trappola del lusso

23 luglio 2019        Dalla preistoria abbiamo selezionato canidi con spiccate tendenze pedomorfiche: anche i canidi hanno contribuito a selezionarci?

16 luglio 2019        Sono le religioni monoteiste causa di profonde sofferenze patite per aver forzato l'identità di genere e legittimato lo sfruttamento degli animali?

16 luglio 2019        Che cos'è la felicità e perchè siamo programmati dall'evoluzione per provarla raramente.

23 maggio 2019      Amazon non finisce di stupirmi

8 maggio 2019        Un film ci fa riflettere sulle conseguenze a lungo termine dell'intolleranza in politica.

3 maggio 2019        Future of life institute & Lethal Autonomous Weapons (LAW)

28 aprile 2019         Cellule del cervello di maiale riattivate dopo la morte: un aggiornamento al mio ultimo post su transumanesimo e biohackers.

10 aprile 2019         Transumanesimo e biohackers: un fenomeno passeggero oppure l'inizio di una transizione di stato per la nostra specie?

29 marzo 2019        La vera storia delle origini di Internet: Arpanet ed i militari, un mito sfatato.

27 marzo 2019        Il regalo di Google all'Umanità

6 marzo 2019          Libero arbitrio e libera volontà: i limiti fisiologici alla libertà individuale.

27 febbraio 2019    Sovranismo e quote nazionali in musica.

13 febbraio 2019    Razzismo e culturalismo

18 gennaio 2019    Martin Luther King e la sua eredità

5 gennaio 2019       The dark side of the AI: il lato oscuro delle intelligenza artificiali

2 gennaio 2019       Commenti al discorso di Steve Jobs all'università di Stanford

28 dicembre 2018   Nel 1913 Igor Stravinskij ha modificato “la corteccia cerebrale” della cultura europea

20 dicembre 2018   Nostalgia: assomiglia ad una parola greca dell'antichità ma con origini recenti

16 dicembre 2018   Sul problema dell’immigrazione Salvini Trump e Carlo Marx stanno dalla stessa parte!

6 dicembre 2018     È più morale che un'idea distrugga una società che non il contrario: la MDQ

28 novembre 2018  Il meccanico “random”

8 novembre 2018    Il crepuscolo della supremazia del dato oggettivo

4 novembre 2018    Xenofobia: un termine greco di origini antiche?

1 novembre 2018    Dagli Usa all’Africa, come cambiano i dilemmi dell’auto autonoma

30 settembre 2018  Ogni forma è rotta: come sopravvivere?

19 settembre 2018  La difficoltà di individuare con chiarezza l’esperto delle cui parole ci possiamo fidare

19 settembre 2018  Riprendiamo il discorso relativo all’analfabetismo funzionale

1 agosto 2018         Luca Ricolfi: il problema della comunicazione dei significati relativi ai dati grezzi 

31 luglio 2018         La banca del Tempo Libero

25 luglio 2018         Un tentativo di interpretazione dei dati usando il buon senso

23 luglio 2018         La difficoltà di comprendere le informazioni che ci vengono passate ogni giorno

30 giugno 2018       Aiutarli a casa loro? Forse la lettura di questo articolo può insegnarci qualcosa

7 maggio 2018        “L’utopia libertaria del web è fallita nel neoliberismo: e ora?”

28 marzo 2018       La verità? Facebook non ruba i dati, anzi: ne inventa di nuovi. E con il nostro consenso



Hugh Everett III, l'uomo degli universi paralleli che, deluso da quello in cui si trovò a vivere, rinunciò alle emozioni.

Il nome di Hugh Everett III è indissolubilmente legato all'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica (Many-Worlds Interpretation, MWI) ma meno nota è la sua storia personale, affascinante quanto tragica, nella quale si intrecciano genialità, isolamento intellettuale ed un destino familiare complesso.

Una storia che termina con le sue ceneri versate dalla moglie nella spazzatura. (1)


Hugh nacque l'11 novembre 1930 a Washington D.C., figlio unico di Hugh Everett Jr., ufficiale dell’esercito USA, e di Katherine Kennedy, insegnante. (2)

La sua famiglia d'origine, appartenente alla middle class della capitale, viveva in un quartiere residenziale di Washington D.C. destinato ai dipendenti federali ed ai militari.

Hugh, dotato di un precoce talento straordinario per la matematica e la logica, fu incoraggiato ad accedere all’istruzione di alto livello dalla madre, che lo aiutò ad ottenere borse di studio ed il sostegno necessario ad entrare dapprima alla Catholic University of America ed in seguito a Princeton, dove si laureò in fisica nel 1953.
Subito dopo iniziò il dottorato sotto la guida di John Archibald Wheeler, uno dei più grandi fisici teorici del XX secolo.

In quegli anni Everett si sentiva insoddisfatto relativamente alla visione ortodossa della meccanica quantistica, che era dominata dall’interpretazione di Copenaghen di Niels Bohr e Werner Heisenberg: l'idea che il mondo microscopico non possedesse realtà definite fino all’atto della misura era percepita da Everett come un concetto logicamente insostenibile.

In una notte di lavoro solitario del 1955 concepì un’idea rivoluzionaria: “... l’universo non collassa mai; tutte le possibilità quantistiche si realizzano, ma in universi diversi ...”.
Intendeva con queste parole affermare che ogni evento quantistico porta ad una ramificazione dell’universo.

Wheeler, suo supervisore e un uomo di grande diplomazia scientifica, rimase favorevolmente impressionato dalle conclusioni di Hugh, anzi trovava la sua idea "affascinante"; temeva tuttavia che, senza raccogliere il consenso di Niels Bohr - architetto concettuale dell’interpretazione di Copenaghen che ritiene l’atto stesso di osservare sia parte integrante del fenomeno quantistico - la teoria sarebbe stata ignorata o respinta in blocco. (3)

Propose dunque ad Everett di recarsi a Copenaghen per presentare di persona la propria ipotesi direttamente a Bohr ed al suo gruppo dell’Institute for Theoretical Physics (oggi Niels Bohr Institute): una sorta di “missione diplomatica scientifica” il cui fine era quello di convincerlo del fatto che la “funzione d’onda universale” rappresentava più un’estensione coerente che una minaccia alla sua filosofia.

Everett e Wheeler si recarono pertanto in Danimarca nella primavera del 1956.

L'incontro con i fisici danesi fu tuttavia deludente: Bohr ed i suoi collaboratori Aage Petersen e Léon Rosenfeld reagirono all'esposizione di Everett con scetticismo e fastidio, definendo la sua proposta “naïve” e “mal compresa” in quanto, a loro giudizio, non coglieva la distinzione fondamentale tra il mondo quantistico e quello classico.
   Bohr insisteva sul fatto che “il problema della misura” non rappresentasse un problema fisico ma epistemologico in quanto riguardava i limiti del linguaggio e della conoscenza, non la realtà ontologica.
   Everett, che parlava in termini matematici e deterministici, si trovò davanti ad un muro di filosofia idealista (anni dopo Wheeler definirà l’incontro “un dialogo tra sordi”).
   Bohr liquidò la proposta come “una teoria da principianti” e definì Everett "un giovane brillante che non aveva ancora capito l’essenza della complementarità".

L’esperienza fu per lui devastante: tornato a Princeton profondamente deluso, Everett si rese conto che il suo lavoro non sarebbe stato accolto positivamente.

   Wheeler, più pragmatico, lo convinse a tagliare la sua tesi di dottorato (4) rimuovendo gran parte delle sezioni più speculative per poterla far accettare come dissertazione ufficiale.
   Risultato fu il paper pubblicato nel 1957 su Reviews of Modern Physics dal titolo molto più tecnico “Relative State Formulation of Quantum Mechanics”, privo di riferimenti alla “universal wavefunction theory”, tema principale della sua tesi. (5)


Poco dopo aver completato il PhD, nel 1957 a soli 27 anni Everett abbandonò per sempre la fisica accademica, rifiutando una posizione post-doc che gli venne offerta. (6)

Everett non accettò l’offerta per diverse ragioni, tra le quali giocò sicuramente un ruolo importante l'umiliazione subita per il giudizio di Bohr e Rosenfeld ed una crescente disillusione verso l’ambiente accademico che considerava oramai “conservatore” ed incapace di accettare idee radicali (scrisse ad un amico che la fisica era diventata “una chiesa con i suoi dogmi”): ma non fu solo quello.

Il 24 dicembre 1956, nel periodo tra la consegna della tesi a Princeton ed il viaggio a Copenaghen, Hugh si era sposato con Nancy Gore, sorella di Al Gore Senior e dunque zia di Al Gore, il futuro vicepresidente degli Stati Uniti; non avendo una famiglia agiata alle spalle, era alla ricerca di una stabilità economica che il magro compenso previsto da un incarico post-doc non poteva certo offrirgli.

Ricevette un’offerta dal Weapons Systems Evaluation Group (WSEG), un’agenzia di analisi strategica del Pentagono che operava sotto il Department of Defense (DoD): l'offerta economica era molto vantaggiosa, ed iniziò così una carriera di altissimo livello nel campo della teoria dei giochi, dell’ottimizzazione e della deterrenza nucleare (in piena espansione nel periodo della prima Guerra Fredda) non pubblicando mai più nulla di fondamentale in fisica. (7)

Il WSEG era un organismo semi-segreto creato nel 1948 che serviva come interfaccia fra scienza, matematica e strategia militare: suo compito era valutare l’efficacia dei sistemi d’arma, le strategie di deterrenza nucleare e la logistica in caso di guerra termonucleare.

Everett vi entrò nel 1957 come matematico ed analista dei sistemi complessi con il titolo di Research Physicist, rimanendovi sino al 1963 e distinguendosi come una mente brillante ed anticonvenzionale nella nascente scienza dei sistemi militari.

Si occupò di problemi che oggi definiremmo "operational research & decision theory", applicando principi di logica e probabilità al contesto bellico.

Le sue attività principali includevano l'analisi di scenari di guerra nucleare (quali la modellizzazione matematica degli scambi di missili tra USA e URSS e la valutazione delle “damage functions”, oltre alle strategie ottimali di risposta), l'ottimizzazione dei sistemi di difesa e attacco (calcolo della probabilità di successo di attacchi preventivi e di sopravvivenza delle forze residue, ed applicazione di tecniche simili a quelle della game theory di von Neumann–Morgenstern), teoria della deterrenza (analisi della MAD, la mutual assured destruction, e modellazione logica della stabilità strategica, cioè come mantenere l’equilibrio del terrore), decisioni sotto incertezza (applicazione del formalismo quantistico come strumento matematico di modellazione probabilistica, non più ontologico: alcuni suoi rapporti interni citano “decision trees” e “branching outcomes”, un’eco sorprendente della sua teoria dei molti mondi riadattata in chiave militare).

Nel 1963 lasciò il WSEG e fondò insieme ad alcuni colleghi del Pentagono la Lambda Corporation con sede ad Arlington (Virginia); una società privata di consulenza scientifica e strategica che operava come contractor del DoD e del RAND.

Campi di lavoro principali erano lo sviluppo di modelli matematici per la pianificazione delle forze nucleari, le simulazioni di conflitti a più attori, lo studio della vulnerabilità dei sistemi di comando e controllo e l'analisi costi-benefici per programmi militari complessi.

Everett vi rivestì gli incarichi di direttore tecnico e vicepresidente, coordinando un gruppo di circa 50 persone tra scienziati ed analisti.
Clienti principali furono il Pentagono, la NASA, e la CIA.

Tra il 1965 ed il 1975 Everett divenne una figura chiave della logistica strategica americana.
Sviluppò modelli probabilistici per le decisioni sotto rischio nucleare (anticipando approcci che divennero poi noti come "expected utility under catastrophe conditions"), collaborò indirettamente con RAND ed Herman Kahn (l'autore di "On Thermonuclear War"), partecipò a studi sulla sopravvivenza post-olocausto (definendo scenari in cui parte della popolazione e delle infrastrutture dovevano essere ottimizzate per la ricostruzione).

Secondo Byrne, “Everett applicava alla guerra la stessa freddezza analitica con cui aveva trattato la realtà quantistica”.

Molti dei rapporti tecnici di Everett al WSEG ed alla Lambda furono classificati “Top Secret”, e solo in parte declassificati negli anni 2000.

Tra quelli noti (citati da Peter Byrne e da Kenneth Ford in "Building the H-Bomb" pubblicato nel 2015) ricordiamo "Damage Probability Functions for Nuclear Exchange", WSEG Report 50 del 1959, "Evaluation of C3 Systems Under Multiple Threat Conditions", Lambda Report 23 del 1965, e "Decision Models in Strategic Force Deployment", Lambda Report 41 del 1972.

Nel 1976 Everett entra in crisi: il suo ritmo di lavoro rallentò drammaticamente e la Lambda perse parecchi contratti.

Alcolizzato e depresso, si isolò progressivamente; nonostante ciò continuò tuttavia a scrivere brevi memoranda su problemi di ottimizzazione e logica applicata, riflessioni molto tecniche ma di grande rigore formale.

Morì per arresto cardiaco a 51 anni nel 1982.

Come scrive Peter Byrne, Everett abbandonò la fisica per la guerra ma applicò la stessa logica unitaria che aveva concepito per l’universo alla logica della distruzione reciproca: “... he replaced the universal wave function with the strategic game tree, but the branches were now nuclear wars ...”  (8)

Per la maggior parte della sua carriera Everett fu dunque assorbito dalle simulazioni di guerra nucleare: non si concentrò sulle singole bombe - come fecero altri fisici suoi colleghi - ma sulla strategia più generica del dove e quando colpire.

Così lo descrive Andrew Pontzen in "L'universo in una scatola":

"... Come membro di un team scelto di matematici e fisici, arruolato da propaggini poco limpide del governo statunitense, Everett creava realtà virtuali con morte e distruzione su scala inimmaginabile.
   Sulla base di queste simulazioni molti, nella cerchia di Everett, sostenevano la necessità di attacchi preventivi all'Urss nella vita reale, non perché il risultato previsto fosse in qualche modo positivo per l'Occidente, ma perché per i sovietici sarebbe stato peggio.
   Fortunatamente non riuscirono a convincerne i politici, ma è chiaro come Everett fosse capace di staccarsi dalla realtà in maniera quasi disumana.
   Alla sua morte, avvenuta nel 1982, lasciò esplicitamente scritto che la moglie gettasse le sue ceneri nel bidone della spazzatura
...".

Hugh e Nancy ebbero due figli: Elizabeth, nata nel 1958 e morta suicida nel 1996, e Mark Oliver, nato nel 1963 oggi rockstar e frontman del gruppo musicale degli Eels.

Nancy descriveva la sua casa come un luogo di intelligenza ma senza calore: “... Hugh non parlava mai di sentimenti. Parlava di modelli, equazioni, strategie. Tutto era un sistema, anche la famiglia ...”.

Nel documentario "Parallel Worlds, Parallel Lives" (prodotto dalla BBC nel 2007) Mark racconta:
“... non parlava mai con noi: era fisicamente presente ma mentalmente altrove ...”
(“... I never really knew my father. He’d sit at the dining table doing equations on napkins. Then he’d pour another drink ...”)

Hugh era dunque di natura razionale fino all’estremo, spesso immerso in calcoli o letture tecniche anche a casa.
Tendeva a trattare la vita emotiva come un sistema mal definito e preferiva rifugiarsi nella logica, nella teoria dei giochi e nel lavoro per la difesa.
Era un forte bevitore, non certo un alcolista aggressivo ma un uomo che - come dichiarò sua moglie - “annegava la delusione” nel whisky quotidiano.

Nancy, pur amandolo, si sentiva sempre più isolata: “... Amare Hugh era come amare un’equazione perfetta ma fredda ...” scrisse in una lettera ad un’amica (testimonianza raccolta da Byrne)

Negli anni ’70 il matrimonio entrò in crisi: Nancy era esausta dal suo distacco emotivo e dal suo crescente cinismo verso il mondo.
Hugh, invece, si chiuse del tutto in sé stesso, disilluso dalla scienza ed assorbito dal lavoro militare e dai modelli matematici di deterrenza nucleare.
Verso la fine del decennio vivevano praticamente vite separate sotto lo stesso tetto.

Hugh morì improvvisamente il 19 luglio 1982, a soli 51 anni, per un attacco cardiaco molto probabilmente legato ad obesità ed alcolismo.

Nancy, come lui le aveva preventivamente richiesto, disperse le sue ceneri nella spazzatura: “He always said it’s all just atoms, so it doesn’t matter.”

Mark venne a sapere della cosa quasi per caso e più tardi, riflettendo sulla famiglia, scrisse: “In our house, emotion was a variable with no solution.”

Nancy morì di cancro nel 1995 e Mark raccontò che solo dopo la morte della madre cominciò a capire chi fosse stato davvero suo padre, leggendo la tesi originale e parlando con i fisici che lo avevano riscoperto.

Max Tegmark, uno fra di questi, gli dedica un capitolo del suo "L'universo matematico": iconica è la foto che vi ha allegato, dove compare insieme ad un Mark dubbioso davanti ad una lavagna con su scritta l'equazione di Schroedinger e l'immagine del famoso gatto.





Note:

(1)
Suo figlio Mark nel libro autobiografico "Things the Grandchildren Should Know" (pubblicato nel 2008) racconta l’alienazione familiare e la morte del padre avvenuta nel 1982, e di come la madre esaudì la richiesta del marito di non avere un funerale e di disperdere le sue ceneri in casa, in un modo deliberatamente dimesso (cosa che fece dopo averle tuttavia conservate in una scatola per qualche tempo):
Mio padre non parlava mai con noi. Quando morì, mia madre disperse le sue ceneri nella spazzatura, come lui aveva chiesto.” (My dad … had once told my mom that he wanted his remains to be thrown out in the trash).


(2) Le informazioni esposte qui di seguito sulla famiglia Everett sono tratte dal saggio di Peter Byrne, "The Many Worlds of Hugh Everett III" pubblicato nel 2010, basato su documenti d’archivio integrati da interviste al figlio Mark Everett.

La madre di Hugh, Katherine Lucille Kennedy (1901–1994) lavorò nel sistema scolastico pubblico di Washington D.C. come insegnante di scuola elementare e, sporadicamente, insegnò anche al liceo materie quali inglese e letteratura (ma anche scienze di base) in un periodo in cui il padre era spesso assente per incarichi militari; figura stabile e protettiva nella vita di Hugh, fu lei ad incoraggiarlo a dedicarsi alla matematica ed alla lettura.
   Byrne la descrive come “colta, severa ma affettuosa, con un’ammirazione quasi religiosa per l’intelligenza del figlio”.

Il padre, Hugh Everett Jr. (1896–1953) era invece ufficiale di carriera (Lieutenant Colonel) dell’U.S. Army, in servizio sia nella Prima che nella Seconda guerra mondiale.
   Nel dopo guerra svolse incarichi amministrativi legati alla logistica militare nella capitale.
   Morì prima che Hugh terminasse l’università.
   La sua figura fu per il figlio importante ma distante: militare di vecchio stampo, severo e poco comunicativo, con aspettative alte ed una certa rigidità emotiva.
   Molti biografi collegano questo modello di padre all’atteggiamento distaccato e razionale che Hugh III sviluppò nella sua vita adulta.


(3) Bohr era considerato il “guardiano” della meccanica quantistica: nessuna nuova interpretazione poteva essere accettata senza il suo tacito benestare.


(4) La versione originale della tesi di Everett dal titolo "The Theory of the Universal Wave Function", scritta negli anni 1955–1956, è conservata negli archivi di Princeton e fu pubblicata integralmente solo nel 1973.
Nel suo saggio "L'universo matematico" il cosmologo Max Tegmark racconta di aver cercato invano copia della tesi originale di Hugs, e di averla trovata anni dopo in una libreria "alternativa" a Berkeley:

“… Ero venuto a sapere che anni prima, nel 1957, Hugh Everett – un dottorando di Princeton – aveva proposto una soluzione assolutamente rivoluzionaria che parlava di universi paralleli, ed ero curioso di conoscerne i dettagli; la sua idea, però, era stata per lo più ignorata ed era raro che venisse insegnata nei corsi.

Avevo conosciuto qualcuno che ne aveva sentito parlare, ma nessuno di loro aveva mai letto realmente la tesi di dottorato di Everett, sepolta in un libro ormai fuori catalogo.

Tutto quello che potei trovare nella nostra biblioteca fu una sua versione drasticamente ridotta in cui la questione degli universi paralleli non era mai citata esplicitamente, ma nel novembre del 1990 la mia ricerca diede i suoi frutti e io riuscii finalmente a mettere le mani sul fantomatico libro: ne trovai una copia in un posto decisamente appropriato, una libreria di Berkeley specializzata in pubblicazioni radicaleggianti che offriva titoli del tipo Il libro di cucina dell’anarchico ..."


(5) La versione originale (1955–56) ha come titolo "The Theory of the Universal Wave Function" e presenta un carattere visionario, ontologico e metafisico.

Everett vi descrive una realtà universale ed una funzione d’onda che non collassa mai (“non c’è alcun collasso della funzione d’onda, mai, in nessun momento”).

Molto polemico ed a tratti provocatorio verso la scuola di Copenaghen, dichiara esplicitamente quale suo obiettivo il dimostrare che l’intera realtà fisica, osservatore compreso, possa essere descritta come un unico sistema quantistico: l’osservatore è cioè parte del sistema fisico, e viene descritto dalla stessa funzione d’onda (non esiste un limite tra il mondo quantistico e quello classico).

L’universo si “ramifica” in una molteplicità di storie coesistenti (una situazione che la pellicola cinematografica "Sliding doors" ha provato a rappresentare).

La tesi originale rimase inedita per 16 anni circolando soltanto in copie dattiloscritte: solo negli anni ’70, quando Bryce DeWitt riesaminò la versione originale, il suo pieno significato fu riscoperto e alla sua interpretazione della meccanica quantistica fu assegnato il nome di Many-Worlds Interpretation.

La versione pubblicata nel 1957, dopo le revisioni suggerite o imposte da Wheeler, ha invece come titolo “Relative State Formulation of Quantum Mechanics” ed è caratterizzata da uno stile tecnico, cauto e privo di toni filosofici.

Vi è descritta la teoria di Hugh in termini di stati relativi e formule matematiche, evitando conclusioni ontologiche e fornendo al contempo una formulazione interna e coerente della meccanica quantistica che non richieda quale postulato il collasso (termine che non appare quasi mai, sostituito da un linguaggio neutro su “stati relativi” e “riduzione apparente”).

In questa versione edulcorata gli osservatori sono trattati come sottosistemi che “percepiscono” stati coerenti, ma la questione è lasciata aperta.

Al posto di "mondi" (“tutti gli universi che coesistono simultaneamente”) e “ramificazioni”, Everett è costretto da Wheeler - che voleva evitare accuse di “metafisica” - a scrivere soltanto di “componenti ortogonali della funzione d’onda totale”.

Prudente, matematico e privo di retorica, il paper uscì così quasi inosservato.

Una soppressione che merita menzione è quella relativa alle implicazioni cosmologiche: Everett discuteva già nella sua tesi l’applicazione della propria teoria all’universo nel suo complesso, un’idea a quel tempo considerata “eretica”.

Così pure il ruolo della coscienza venne escluso: nella versione originale l’osservatore è descritto fisicamente, come un sistema quantistico che interagisce con altri sistemi.
Wheeler fece rimuovere tale linguaggio che poteva sembrare riduzionista od anti-filosofico.


(6) Concluso il dottorato, Wheeler propose a Hugh di rimanere a Princeton per i successivi due anni (1957–1959) con l'incarico di ricercatore post-doc sotto la sua supervisione - “Research Associate in Physics, Princeton University (under J. A. Wheeler)” -, affidandogli il compito di lavorare su applicazioni della meccanica quantistica cosmologiche (sviluppo teorico della universal wave function, analisi di sistemi complessi e problemi di misura, ed eventuale estensione ai campi gravitazionali e cosmologici), e nucleari (problemi teorici di struttura nucleare e fissione, cioè sull’uso della meccanica quantistica per descrivere sistemi fortemente accoppiati e complessi, quali i nuclei pesanti).

L'obiettivo di Wheeler era duplice: da una parte proteggere Everett dall’ostilità di Bohr e del gruppo di Copenaghen offrendogli un contesto neutro per sviluppare ulteriormente la teoria, dall'altra riorientarlo verso problemi più “concreti” di fisica teorica o nucleare, così da reinserirlo nella corrente principale della ricerca accademica.

Non risulta tuttavia che la proposta sia mai stata formalizzata per iscritto, anche se Wheeler la cita in diverse lettere conservate nei suoi archivi a Princeton (oggi accessibili nel John Archibald Wheeler Papers).


(7) Persino quando Bryce DeWitt riprese la sua teoria negli anni ’70, Everett non mostrò più interesse: non voleva tornare nel mondo accademico che lo aveva rifiutato.

Wheeler dichiarò di considerare quella scelta “una perdita incalcolabile per la scienza”.


(8) Il giudizio di Peter Byrne si basa sul fatto che i due modelli, funzione d’onda universale e decision tree militare, risultano strutturalmente omologhi.

- Struttura formale della teoria di Everett.

Nella formulazione originaria (1955–56) Everett descrive il mondo come una funzione d’onda universale Ψ(univ) che evolve in modo deterministico ed unitario secondo l’equazione di Schrödinger:

iℏ [∂Ψ(univ) / ∂t] = H Ψ(univ)

Non vi compare alcun “collasso” della funzione d’onda: tutte le possibilità si realizzano simultaneamente, ma diventano inaccessibili (le une alle altre) dopo un’interazione (decoerenza), cosicché ogni osservatore percepisca soltanto uno degli esiti possibili (cioè uno stato relativo).

Ogni interazione o misura coincide cioè con una biforcazione della funzione d’onda: ogni ramo rappresenta una storia coerente del mondo, e tutti i rami coesistono ma non interferiscono più tra di loro:

Ψ(univ) = ∑i c(i) Ψ(i) 

dove ogni Ψ(i) è un mondo relativo, un possibile futuro.


- Struttura formale della strategia nucleare (WSEG, Lambda).

Nel suo lavoro in campo militare (dal 1958 in poi) Everett usa un formalismo praticamente identico ma applicato a decisioni umane e politiche.

Il contesto è la teoria dei giochi sotto incertezza, o più precisamente, la modellazione delle strategie di guerra nucleare come alberi di decisione (decision trees).

In questa logica ogni decisione (lancio, non lancio, risposta, contro-risposta) genera rami alternativi e ogni ramo ha una probabilità e una conseguenza (payoff).

Il compito dell’analista è allora quello di valutare i rami per massimizzare la sopravvivenza o la deterrenza.

Formalmente, un decision tree è una funzione ricorsiva:





Le analogie strutturali tra il concetto quantistico ed il concetto strategico sono molte:

  • allo Stato quantistico Ψ si contrappone lo Stato strategico s;
  • alla misura o interazione si contrappone la decisione o evento;
  • alla ramificazione della funzione d’onda si contrappone la ramificazione del decision tree;
  • al coefficiente di ampiezza c(i) si contrappone la probabilità ( P(s';
  • all'osservatore in uno stato relativo si contrappone la nazione o attore in un contesto strategico;
  • all'evoluzione unitaria si contrappone l'evoluzione deterministica delle scelte;
  • al collasso assente (tutti i mondi coesistono) si contrappone il fatto che tutti gli scenari esistono nel modello ma solo uno si realizza nella storia;
  • alla probabilità come “peso dell’esperienza” si contrappone la probabilità come “peso delle conseguenze”.

Negli appunti interni della Lambda Corporation Everett usa un linguaggio che è quasi una trasposizione secolare della sua teoria quantistica.

In un memorandum del 1965 (citato da Byrne) scrive:

“... Every choice by a rational agent splits the future into distinct branches, each weighted by its probability and utility; the rational path is the one that maximizes expected value across all branches, even those not realized ...” 

(... ogni decisione di un agente razionale divide il futuro in rami distinti, ciascuno ponderato per probabilità e utilità. Il percorso razionale è quello che massimizza il valore atteso complessivo, anche attraverso i rami che non si realizzeranno).

È, letteralmente, la versione decisionale della funzione d’onda universale, la somma di tutte le possibilità, ognuna con il suo peso, in un continuum coerente.

  • Unità del sistema: tutto è parte della funzione d’onda universale <-> tutti gli attori fanno parte di un unico sistema globale.
  • Nessun collasso: tutti i mondi coesistono <-> tutti gli scenari devono essere considerati simultaneamente.
  • Probabilità soggettiva: peso esperienziale di ciascun ramo <-> peso strategico di ciascun esito.
  • Osservatore: è parte del sistema <-> è decisore integrato nel gioco.
  • Obiettivo: coerenza logica universale <-> ottimizzazione della sopravvivenza.

.Everett sembrava trasferire il suo sguardo cosmico sull’umanità: non più un universo che si divide in molti mondi, ma una civiltà che si divide in molte possibilità di distruzione.

Peter Byrne lo definisce “The man who replaced God with probability, and morality with optimization” mentre un collega della Lambda lo ricordò con queste parole: “... he spoke about nuclear war as if it were just another branch in a wave function, tragic but inevitable in one world, avoidable in another ...”

sabato 11 ottobre 2025

L'esperimento di Holmberg, precursore delle moderne simulazioni numeriche al computer, quale atto di empatia intellettuale verso il cosmo.

Mentre il mondo era travolto dall'inizio della Seconda guerra mondiale, nel buio e nel silenzio del proprio laboratorio, ricavato in uno dei locali dell'osservatorio astronomico svedese di Lund, Erik Holmberg realizzò la prima simulazione fisica di un fenomeno cosmico.

Sua geniale intuizione fu che le leggi della fisica potevano essere usate non solo per descrivere l’universo, ma anche per simularne l’evoluzione e prevederne il comportamento: una strada che con il successivo avvento del calcolatore elettronico porterà alla "computational cosmology" (1) oggi considerata la terza via della conoscenza scientifica accanto all’osservazione ed alla teoria analitica.

Nel decennio tra il 1930 ed il 1940 la comunità degli astronomi aveva oramai accettato il fatto che l’universo fosse immenso, molto più grande di quanto si pensasse in precedenza, e che, oltre alla nostra galassia, ne esistesse una popolazione quasi sterminata. (2) 

Rimaneva tuttavia un mistero la loro dinamica interna: e cioè "come si muovono le stelle al loro interno, come si formano i bracci a spirale e, soprattutto, cosa accade quando due galassie interagiscono?".

Tali domande rimanevano senza risposta in quanto i modelli teorici a disposizione erano pochi e basati su semplificazioni estreme. (3) 

L’astrofisica si trovava infatti in un periodo fertile (ogni numero delle riviste di settore portava nuovi articoli di grande qualità) ma sostanzialmente “bloccato”: le idee c'erano, ma mancavano i mezzi per metterle alla prova.

.

Erik Holmberg (1908–2000) era a quel tempo un giovane astronomo svedese, dotato di una mente profondamente fisica e sperimentale che non si accontentava delle ipotesi qualitative: voleva piuttosto visualizzare in qualche modo cosa capitasse mano a mano che due galassie si avvicinino reciprocamente.


Il suo obiettivo era duplice: capire la dinamica delle interazioni galattiche, in particolare la formazione di strutture a spirale e code mareali, e trovare un modo per simulare la gravità (in un’epoca in cui nessuno poteva ancora farlo numericamente).

Ragionò così sul fatto che gravità e luminosità sono due fenomeni che seguono la stessa legge fisica dell’inverso del quadrato della distanza: raddoppiando la distanza dalla sorgente, sia l'attrazione gravitazionale che la luminosità diminuiscono di un valore pari ad 1 / r².

Gli sembrò pertanto possibile sfruttare analoghi fisici per sostituire calcoli impossibili da farsi con esperimenti tangibili.


A tal fine creò nel suo laboratorio due “galassie artificiali" disponendo per ciascuna di esse 37 lampadine sistemate su un grande tavolo scuro: ogni lampadina rappresentava una “massa stellare”, sulla quale posizionò un fotocellula in grado di misurare la quantità di luce proveniente dalle altre lampadine.

Comportandosi la luce come la gravità, la somma delle intensità luminose su ciascuna lampadina doveva rappresentare la forza gravitazionale risultante che agiva su quella specifica stella.


Holmberg usava poi i dati ottenuti per spostare leggermente le lampadine nella direzione in cui si esercita la forza, come se ciascuna stella venisse attratta dalle altre (4)

Successivamente ad ogni “passo temporale(5) procedeva ad accendere di nuovo tutte le lampadine ed a misurarne la luce incidente, ripetendo poi più e più volte l'intero processo; ogni passo dell’evoluzione dinamica veniva dunque calcolato manualmente tramite luce e fotocellule.

Dopo molti cicli di misura e spostamento, le due “galassie” risultavano deformarsi a vicenda: iniziavano così a comparire strutture a bracci simili a quelle osservate nelle galassie a spirale reali; nello stesso tempo alcune lampadine/stelle risultavano venir spinte dalla gravità verso l'esterno, così come nell'universo reale si osserva una perdita di materia durante le interazioni gravitazionali.


Fu la prima simulazione fisica di una collisione galattica e ne risultò la dimostrazione che le forze mareali gravitazionali sono in grado di produrre le spettacolari deformazioni spiraliformi osservate nei telescopi.


Pubblicato nel 1941 con il titolo “On the Clustering Tendencies among the Nebulae”, l'articolo di Holmberg - dimenticato per oltre 30 anni - è oggi considerato il primo “N-body simulation” della storia, un punto di svolta nella comprensione della dinamica delle galassie che si completerà con le simulazioni digitali degli anni ’60–’70 di Toomre, Hohl, Miller e Prendergast.


Holmberg impiegava settimane per completare una sola simulazione: il suo “computer ottico” era infatti costituito da una stanza piena di lampadine, fili e sensori, tutti calibrati con estrema precisione che richiedevano un'attenzione maniacale per eseguire gli spostamenti indicati dai calcoli.

La motivazione profonda che lo spinse ad approntare ed utilizzare una tal sorta di apparato fu la ferma volontà di “vedere l’universo in azione”: più che “verificare una teoria” era interessato ad osservare un processo cosmico in modo diretto, anche se in miniatura, dove tavolo e lampadine rappresentavano una specie di universo in scala ridotta, un modo per rendere visibile l’invisibile. (6)


Curiosità teorica (voleva rispondere ad un problema aperto nella cosmologia osservativa), creatività sperimentale (trovò un’analogia fisica per simulare la gravità senza computer) ed estetica scientifica (cercava una forma visiva, quasi “artistica”, per rappresentare il comportamento delle galassie) ne fanno una figura a metà strada tra lo scienziato classico ed il ricercatore moderno: ragionava come un teorico, ma operava come un fisico sperimentale.

Il suo atto di immaginazione scientifica, mosso da una profonda fiducia nel parallelismo tra modelli semplici e realtà cosmiche, fu dunque atto di empatia intellettuale verso il cosmo: un tentativo di “guardare” le leggi gravitazionali all’opera in miniatura, quando nessuno ancora poteva farlo con un computer.


All’inizio degli anni ’70, quando l’ipotesi della materia oscura cominciò a ricevere una sistematica attenzione teorica ed i computer divennero sufficientemente potenti da supportare le prime simulazioni numeriche su larga scala, il metodo concettuale introdotto da Holmberg trovò una nuova applicazione.

Le sue “lampadine” furono sostituite da punti di calcolo che rappresentavano porzioni di massa distribuite nel cosmo, e la sua intuizione - che la gravità potesse essere simulata per comprendere la formazione delle strutture - divenne il fondamento stesso della cosmologia computazionale moderna.


Le simulazioni successive mostrarono come la materia oscura, attraverso la sua attrazione gravitazionale, abbia disegnato una rete invisibile di filamenti entro la quale la materia ordinaria si è addensata, dando origine alle prime galassie, agli ammassi e ai superammassi.

In questo senso, l’esperimento di Holmberg può essere considerato il punto di origine di un nuovo approccio metodologico alla cosmologia: non più soltanto osservare o descrivere l’universo, ma ricrearne l’evoluzione sotto vincolo delle leggi fisiche.


L’intuizione nata nel silenzio del laboratorio di Lund anticipò così di decenni una trasformazione epistemologica: la comprensione del cosmo come sistema dinamico modellabile, in cui la simulazione numerica diventa strumento di conoscenza al pari dell’osservazione e della teoria.



Note:


(1) Con il termine "cosmologia computazionale" - o più specificamente cosmologia numerica (N-body), la scienza che esplora l’universo non solo osservandolo o descrivendolo, ma ricreandolo virtualmente sotto le leggi della fisica - oggi ci si riferisce all’intero campo della cosmologia che utilizza simulazioni numeriche per studiare la formazione e l’evoluzione delle strutture cosmiche (galassie, ammassi, filamenti), la dinamica gravitazionale su larga scala, l’interazione tra materia oscura, gas e radiazione ed il confronto diretto tra modelli teorici ed osservazioni astronomiche.

E' riconosciuto come suo atto di nascita l’esperimento che Erik Holmberg condusse nel 1941 (simulazione fisica della gravità collettiva).

Dagli anni ’60 in poi, con l’avvento dei computer digitali, nacque il vero e proprio campo della "N-body cosmology”, cioè lo studio numerico di sistemi autogravitanti costituiti da molte particelle.

Negli anni ’80–’90 del secolo scorso tale termine si è evoluto in "computational astrophysics" (o "computational cosmology"), un campo di studi che oggi ha iniziato ad occuparsi anche di altri fenomeni quali l'idrodinamica galattica, le simulazioni della formazione delle prime stelle e l'evoluzione dell’universo su scala cosmologica.



(2) Nel XIX secolo, con l’avvento dei grandi telescopi riflettori, gli astronomi avevano cominciato ad osservare nel cielo alcune macchie nebulose che non risultavano esser né stelle né ammassi globulari.

Il primo disegno conosciuto di una galassia a spirale fu realizzato nel 1845 in Irlanda da Lord Rosse (William Parsons) quando puntò il suo telescopio - dotato di uno specchio da 1,8 metri e battezzato col nome di “Leviathan of Parsonstown” - in direzione della Nebulosa di M51, oggi nota come Galassia Vortice M51.

Successivamente altri astronomi, quali William Lassell ed Andrew Common, confermarono la presenza di forme simili in altre “nebulose” (ad esempio la M33 e la M81) ritenendo tuttavia si trattasse di oggetti astronomici facenti parte della nostra Galassia: vennero cioè interpretate come semplici “nubi” di gas all'interno delle quali si stessero formando nuove stelle.

Una voce fuori dal coro, precedente tali osservazioni di metà ottocento, era stata quella di Immanuel Kant che, insieme a William Herschel, riteneva le nebulose potessero essere “universi-isola”, e cioè sistemi stellari simili alla Via Lattea ma lontanissimi.

Ancora nel 1920 il famoso “Great Debate” vide coinvolti da una parte Harlow Shapley, che sosteneva la Via Lattea costituire l’intero universo all'interno della quale fossero da localizzarsi le nebulose a spirale, e dall'altra Heber Curtis, che invece sposava l’idea di Kant secondo la quale si trattava di vere e proprie galassie esterne.

Fu Edwin Hubble a risolvere definitivamente la questione nel 1924 usando il telescopio Hooker da 100 pollici del Mount Wilson Observatory, a quei tempi il più grande del mondo, quando, osservando la Nebulosa di Andromeda M31 insieme ad alcune altre, vi identificò la presenza di alcune stelle variabili Cefeidi.

Pochi anni prima Henrietta Leavitt, in forza presso l'Harvard College Observatory, aveva scoperto come la luminosità intrinseca di tali corpi celesti fosse legata al periodo di pulsazione, cosa che permette di calcolarne la distanza.

La misura originale di Hubble, pubblicata nel 1925, ritornò per Andromeda una distanza di oltre 900.000 anni luce  - oggi sappiamo che quella corretta si aggira sui 2,5 milioni -, dunque l'oggetto osservato doveva trovarsi ben al di fuori della nostra galassia (il cui diametro non supera i 100.000 anni luce).

Negli anni successivi Hubble costruì anche la prima classificazione morfologica delle galassie, il rinomato “tuning fork diagram” (diagramma a diapason).



(3) Alla fine degli anni 30 le osservazioni di galassie in interazione, quali M51 e le Antennae, mostravano chiaramente bracci deformati e ponti di stelle, e si sospettava che questi effetti fossero dovuti alle forze mareali.

Gli studi teorici di Lindblad ed Oort sulla dinamica galattica avevano aperto nuove strade - la crescente convinzione era che le galassie fossero sistemi dinamici autogravitanti, non semplici distribuzioni statiche - ma mancava la verifica sperimentale, non esistendo a quei tempi uno strumento specifico in grado di svolgere in un tempo limitato i milioni di operazioni necessarie per calcolare le interazioni gravitazionali tra molti corpi.



(4) Il laboratorio di Holmberg era dotato di lampadine ad incandescenza di bassa potenza e di fotocellule al selenio, disposte su un tavolo largo circa 2 metri.

L’intero sistema era costruito artigianalmente, privo di alcun apparato elettronico automatico (dopo la guerra, le stanze dove condusse l’esperimento furono usate per corsi di ottica e meccanica celeste).

In questo contesto ogni nuova collocazione delle lampadine sul tavolo avveniva tenendo conto di due step: spostamento e deviazione.


Spostamento: assegnata una posizione iniziale a ciascuna lampadina, Holmberg aveva approntato una tabella calcolando per ognuna di esse direzione del movimento e velocità di spostamento.

Stabilito arbitrariamente un passo temporale di qualche milione di anni, spostava ogni lampadina lungo la direzione assegnata dalla tabella alla distanza che avrebbe percorso con quella velocità in quel tempo (si tratta del "passo di spostamento", drift step, ancora oggi passaggio chiave nelle simulazioni).


Deviazione: la traiettoria descritta dallo spostamento tiene conto di come si muoverebbe la stella/lampadina qualora non fosse soggetta ad altre forze, e cioè non esistessero nei pressi altre fonti di gravità.

Poiché invece tutte le altre stelle/lampadine agiscono perturbandone il moto originario, si rendeva necessario applicare un correttivo dovuto alla gravità (kick step o "passo di deviazione"): la direzione di movimento (e la velocità) originale di ciascuna stella risulta modificata dalla gravità esercitata da tutte le altre.

Holmberg procedeva pertanto a misurare l'intensità luminosa rilevata dalla fotocellula posta vicino a ciascuna lampadina (quale misura dell'intensità della forza gravitazionale esercitata in quel punto dalle altre lampadine/stelle) e la ricollocava sul tavolo tenendo conto di tale correzione.


Il processo poi ricominciava da capo prendendo la posizione attuale delle lampadine come posizione iniziale del nuovo step.


Certo nella realtà le stelle si muovono seguendo traiettorie curvilinee e non spezzate (come quelle create dal drift e kick step), ma se lo spostamento risultante è abbastanza piccolo queste ultime ne rappresentano una buona approssimazione.



(5) E' più che lecito chiedersi a questo punto cosa intendesse Holmberg per passo temporale nell’ambito del suo esperimento: "relativamente ad un tempo simulato, scandito da iterazioni manuali, l'intervallo tra una disposizione manuale delle lampadine e quella successiva a quale periodo di tempo reale corrisponde?"


Ogni configurazione (disposizione delle lampadine) rappresentava uno “stato” del sistema a un certo tempo t(n); Holmberg non aveva un’unità di tempo fisica come nei modelli digitali moderni (Δt in anni o Myr).

Il suo passo temporale era dunque un’unità arbitraria, corrispondente ad un aggiornamento completo delle posizioni secondo le accelerazioni calcolate nella configurazione precedente: misurava la luce (forza) su ciascuna lampadina, calcolava le nuove velocità e posizioni, spostava manualmente le lampadine e ripeteva la misura.


Nei suoi articoli pubblicati nel periodo 1941–1942, Holmberg dichiara come "ogni ticchettio dell'orologio" del proprio modello equivalesse all'incirca a decine di milioni di anni; poiché dopo neppure 20 passi temporali si ottenevano deformazioni nella forma delle due galassie e si osservava la formazione di “bracci” tidal, ciò significa che ciascun passo rappresenti, in scala fisica, un periodo di circa 10⁷–10⁸ anni a seconda dei valori del raggio e della velocità media assunti per le due galassie.


Più tardi, Holmberg stabilì una scala convenzionale: raggio galattico pari a circa 10 kpc e velocità orbitale tipica intorno ai 200 km/s ritornano un periodo orbitale pari a 3×10⁸ anni).

In base a questi preamboli, considerata una simulazione che copra 15–20 passi, ogni passo deve rappresentare circa 1/20 di un’orbita completa, quindi dai 15 ai 20 milioni di anni.


Negli anni ’60, quando Margaret e Geoffrey Toomre realizzarono le prime simulazioni numeriche delle interazioni galattiche usando all'incirca 100–200 particelle, scelsero un Δt specifico al fine di riprodurre esattamente la scala temporale che Holmberg aveva intuito empiricamente.

Il suo “passo manuale” anticipava il time-stepping discreto delle future simulazioni N-body digitali.



(6) In un’intervista degli anni ’70 affermò che ciò che lo spinse a quell'impresa immane fu “la curiosità di vedere se l’universo potesse essere riprodotto in laboratorio, anche con mezzi semplici: capire con gli occhi ciò che la mente immaginava".

In una lettera scritta al suo collega Herbert Rood raccontò della sua estrema soddisfazione per "esser riuscito a gestire tutto da solo!": determinare l'attrazione di ogni stella avrebbe richiesto calcoli la cui esecuzione con la tecnologia disponibile a quel tempo avrebbe richiesto un periodo corrispondente alla durata di una vita umana.

Anche se l'esperimento fu interrotto all'apparire dei primi bracci, oramai aveva dimostrato che galassie in rotta di collisione non si attraversano vicendevolmente, ma sono destinate a fondersi producendo eleganti forme a spirale. 



Elenco posts

 Elenco dei miei posts scritti nel periodo dal 28/3/18 ad oggi:                                                    ( su FB ) - pdf e video  ...