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giovedì 19 dicembre 2019

L'emicrania come causa fisiologica di visioni mistiche nel medioevo ed in età moderna: Hildegard von Bingen ed Oliver Sacks

Questa sera ad Acqui Terme Angelo Branduardi ha presentato il suo nuovo spettacolo "il cammino dell'anima" ispirato alla persona di Hildegard von Bingen (1098-1179).

Ildegarda, così il suo nome latinizzato, monaca e mistica dotata di grandi doti intellettuali, ebbe innumerevoli visioni che l'accompagnarono dalla prima infanzia sino agli ultimi giorni: visioni delle quali ci ha lasciato dettagliati resoconti e che ha illustrato in due codici manoscritti, "liber scivias" e "liber divinorum operum simplicis hominis".

Oliver Sacks nel suo saggio "Emicrania" (pubblicato nel 1970 e rivisitato nel 1985) individua negli attacchi di emicrania la causa fisiologica che le ha provocato la comparsa di tali visioni: oltre a dedicarle la prima appendice (intitolata "le visioni di Ildegarda"), inserì nella pagina interna antecedente quella del titolo il disegno "visione della città celeste" tratto dal "liber scivias", da lei completato poco prima di morire.

Per capire di cosa si parli dobbiamo prima definire cosa si intenda per "aura": in medicina con questo termine si identificano sintomi neurologici caratterizzati da "scotoma scintillante" che precedono un attacco di emicrania (o una crisi epilettica).
La causa di questo genere di tempesta cerebrale è da ricercarsi in un'onda di depressione corticale (in merito vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Aura_(medicina) )
L'aura, la cui durata varia da 5 a 15 minuti, precede l'attacco di emicrania: in sua presenza infatti non si avverte alcun dolore alla testa.
Improvvisamente compare nel campo visivo una "sensazione luminosa" con l'aspetto di arco irregolare, di linee spezzate o greche (o di una loro combinazione) di densità fiammeggiante e liquida, con riflessi lampeggianti e sfrigolanti (da qui il termine "scotoma scintillante").
Solitamente all'inizio si presentano linee spezzate (gli "spettri di fortificazione") che in seguito si connettono tra di loro e si allungano ad arco, arrivando talvolta ad occupare gran parte del campo visivo.
Successivamente si affievoliscono e svaniscono (fase di fade-out) lasciando il campo al dolore connesso con l'attacco di emicrania.

Sacks si rifà al testo di Singer del 1958, un ampio trattato sulle visioni di Ildegarda nel quale riscontra i molti tratti nelle opere della mistica che richiamano le caratteristiche del fenomeno dell'aura:
- punti di luce (o loro raggruppamenti) che scintillano e si spostano spesso con moto ondulatorio, interpretati da Ildegarda come stelle od occhi fiammeggianti.
- descrizioni di figure-fortificazioni irradiantisi da una zona colorata
- le luci descritte come "vive", ribollenti.

Ildegarda racconta come le sue visioni non siano da ricondurre a sogni o stati soporosi: le si presentarono mentre era ben sveglia e lucida.
La sua descrizione delle stelle che cadono nell'oceano e si spengono ("la caduta degli angeli") è interpretabile oggi come uno sciame di fosfeni che transitano nel suo campo visivo cui seguì uno scotoma negativo.
Nello "zelus dei" e nel "sedens lucidus" descrive fortezze che si aprono a raggiera da un punto molto luminoso, per lei sono l'aedificium della città di Dio: questa è un'ottima descrizione degli "spettri di fortificazione di Fothergill" (John Fothergill li descrisse alla fine del 700, ed il medico Edward Lieving nell'800 collegò l'aura all'emicrania).

Un evento fisiologico abbastanza comune fu da lei interpretato come una manifestazione divina che la spinse al misticismo ed alla santità: una parabola simile interessò secoli dopo un altro intellettuale, Fedor Dostoevskij, le cui aure estatiche - prodromo di crisi epilettiche-  lo condussero ad una crisi mistica.



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