contatore visite

sabato 27 febbraio 2021

C'è vita intelligente nel nostro universo? La risposta del fisico Stephen Webb alle mie obiezioni.

Nel post precedente - Le ragioni dello scetticismo di una parte della comunità scientifica circa l'esistenza di vita intelligente al di fuori del nostro pianeta. - mettevo in discussione alcune tra le conclusioni tratte dal fisico Stephen Webb circa le possibilità che la nostra possa essere l'unica forma di vita intelligente nell'universo (in merito vedi le note 2 e 2a del post in questione).

Ho così pensato fosse opportuno scrivergli direttamente e discutere gli argomenti con lui.  
Ci siamo così scambiati alcune emails tra il 21 ed il 24 febbraio 2021.

Mi è poi sembrato corretto condividere su questo blog alcuni loro estratti, da cui emerge con chiarezza quale debba essere il modo corretto per avanzare ipotesi "plausibili" in campi nei quali la nostra conoscenza di base risulta molto limitata.

Webb è professore e ricercatore all'università di Portsmouth
 (le sue qualifiche sono "BSc PhD MInstP CPhys SFHEA") ed è in costante contatto con ricercatori del progetto SETI.
La conversazione originale si è svolta in lingua inglese: per chi volesse leggere il testo integrale può accedere al seguente link: emails scambiate con Stephen Webb

Ecco la trascrizione di alcune parti salienti nella nostra lingua.

--------------------

Davide a Stephen (23/02/2021):


Dobbiamo ragionare sul significato assegnato ai termini "vita" e "vita intelligente".

Per prima cosa sono d'accordo con le tue conclusioni: chi, tra la gente comune o gli scienziati, oggi si chiede se esista una "vita intelligente" da qualche parte nell'universo, è in realtà alla ricerca di "esseri umanoidi" al di fuori del nostro pianeta.

Questo pregiudizio involontario è conseguenza del fatto che - finora - abbiamo esperienza di un solo fenomeno cui attribuiamo il termine "vita": quello che ha iniziato a svilupparsi circa 4 miliardi di anni fa sul pianeta Terra.

Pertanto riteniamo siano attributi indispensabili alla vita le stesse caratteristiche che riscontriamo qui da noi:
- organizzazione di cellule (grado di complessità nell'organizzazione degli atomi) basata sul carbonio,
- necessita la presenza di acqua allo stato liquido,
- si manifesta come un processo di replicazione soggetto alla selezione naturale.

Ogni molecola vivente finora rinvenuta risulta organizzata dal DNA o RNA.
Anche se oggi qualche biologo si azzarda ad ipotizzare non sia  esistito un "LUCA"  - last unique common ancestor, cioè un ultimo "antenato" comune a tutte le specie ma che la vita sia apparsa contemporaneamente in diversi luoghi del pianeta in forme diverse alcune delle quali non ancora scoperte 
(vedi quanto afferma Carl Woese a proposito del trasferimento genico orizzontale, ben descritto da David Quammen in "L'albero intricato" e la voce su wikipedia Ultimo antenato comune universale), ad OGGI non possiamo affermare di aver trovato organismi che non risultino imparentati tra di loro.

Primo passo per superare questo pregiudizio è tentare di esser meno "terra-centristi" nella definizione di cosa si intenda per "vita", rispondendo a domande difficili del tipo:

"Quali particolari configurazioni di atomi, quark ed energia dovremmo considerare "vita", e perché?"

Il secondo passo è provvedere ad una definizione condivisa di cosa si intenda per "intelligenza".

Il fisico Max Tegmark ha definito "intelligenza" la "capacità di portare a termine compiti complessi", disconnettendo così questo termine dall'antropocentrismo.

L'attuale sviluppo di AI (intelligenze artificiali) ha infatti dimostrato come possa esistere intelligenza in modo separato dalla coscienza.
Le AI sono molto più intelligenti dei "sapiens" in compiti specifici, tuttavia - al momento - sembrano mancare di autocoscienza.

Una domanda quale "nell'universo esiste solo l'intelligenza umana?" potrebbe avere una risposta diversa rispetto alla domanda "nell'universo esistono altre civiltà?".

Intelligenza - coscienza - civiltà: possono esistere separatamente?

Ora la mia domanda.

Hai scritto nel tuo saggio "... l'Universo è enorme ma per lo più costituito dal vuoto; la sua infinitesima parte "non vuota" contiene solo il 5% di materia ed energia ordinaria.
Il rimanente 95% è formato da materia ed energia oscura, cose di cui nulla sappiamo, ma di sicuro non sono adatte a costituire i mattoni sui quali la vita si possa sviluppare".

Come puoi esserne sicuro?

Suppongo tu intendessi dire che materia ed energia oscura non sono adatte a costituire forme di vita "così come la conosciamo noi", dalle quali si possano sviluppare "esseri intelligenti con cui potremmo comunicare".

Dopo aver letto due saggi - "L'universo matematico" di Max Tegmark e "La realtà non è ciò che vediamo: come l'evoluzione nasconde la realtà ai nostri occhi" di Donald Hoffman -  non sono più sicuro sulla correttezza del significato che diamo al termine "vita".

Cosa dire se "intelligenza e coscienza" (oppure "intelligenza o coscienza") si manifestassero in scale diverse dalla nostra?
Se esistessero 
"esseri senzienti" le cui dimensioni trascendono (in una direzione o nell'altra) le nostre, i cui pensieri - come ipotizza Tegmark - possano durare eoni?
Non avremmo certo alcuna possibilità di individuarli, e tanto meno di comunicare con loro: tuttavia come non definire "vita" il fenomeno che li riguarda?

Circa l'obiezione addotta dai biologi relativamente alle trappole evolutive - la considerazione del fatto che la Terra abbia goduto di condizioni favorevoli alla vita per un lunghissimo periodo costituisca una rarissima eccezione - ciò risulta vero solo per le forme di vita che noi conosciamo.

Non sono certo qui a supportare la causa di chi crede esistano sicuramente altre civiltà nell'universo e che in futuro avremo occasione di contattarle: credo anch'io (come te) che la nostra sia l'unica, ma unica nel nostro genere!

Circa poi la possibile esistenza di altri esseri dotati di intelligenza e coscienza nel senso descritto in precedenza, non trovo nella "soluzione n.75" qualcosa che sposti le probabilità dal 50/50.



Stephen a Davide 
(23/02/2021).

La domanda "cos'è la vita" è veramente una delle più difficili.

Ho personalmente ascoltato filosofi discuterne a lungo in un contesto astrobiologico in questi termini:

"se incontrassimo qualche fenomeno 'complesso', come facciamo a decidere se assegnargli l'etichetta 'vita' o meno? Usando quali criteri?"

Non è facile dare una risposta, e non credo ci sia un consenso tra coloro che fanno parte della comunità scientifica.

E tutto questo prima ancora di aprire una discussione su cosa possa essere una "vita intelligente".

Circa la domanda se la materia o l'energia oscura possano consentire la formazione delle basi della vita (e quindi in prospettiva di una intelligente), credo in tal caso si possa già fornire una risposta plausibile, anche se oggi non sappiamo ancora con precisione cosa esse siano.

Le attuali conoscenze circa la fisica suggeriscono che la materia oscura non interagisca attraverso la forza nucleare forte o la forza elettromagnetica; pertanto la materia oscura risulterebbe così impossibilitata ad aggregare oggetti complessi.

Forse per essa esiste la possibilità di una "auto-interazione" - oggetti composti di sola materia oscura - ma al momento rimane un'ipotesi puramente speculativa.

Dal canto suo, l'energia oscura sembra essere un semplice campo in grado di agire su distanze cosmiche; anch'essa dunque non è in grado di costituire una base per la formazione di oggetti complessi.

E' sempre possibile speculare circa forme di vita composte da sola materia oscura, ma non possiamo prender sul serio questi ragionamenti fino a che non siano in grado di fornire "ipotesi testabili in linea di principio".

Se mai dunque rinvenissimo forme di vita aliena (intelligenti o meno) penso rimarremmo stupiti da "quanto" risultino esser "aliene" rispetto a ciò che ci aspettiamo di trovare.

In ogni caso sono pronto a scommettere risulterebbero comunque basate sulla fisica e sulla chimica quali le conosciamo oggi.


Davide a Stephen (24/2/2021):

In circa un secolo siamo passati da un modello di universo statico delle dimensioni della Galassia ad un modello di universo dinamico in fase di espansione accelerata, dove la Via Lattea costituisce solo una degli stimati 500 miliardi di galassie.

Tra l'altro se un giorno si trovassero evidenze della correttezza della teoria del multiverso, ciò che oggi sembra incredibilmente gigantesco sarà considerato solo una parte infinitesimale di una realtà al di là della nostra immaginazione.

Ciò che aspetta ancora di esser scoperto è semplicemente meraviglioso!


Stephen a Davide (24/2/2021):

Si, hai ragione.  L'incremento delle nostre conoscenze negli ultimi 100 anni ha dell'incredibile.
Oltretutto sappiamo che le nostre migliori teorie (che sembrano incredibilmente accurate) non possono essere definitive.

Non capiamo cosa sia la materia oscura, l'energia oscura, e le nostre idee circa la meccanica quantistica non "sposano" bene con quelle che derivano dalla relatività generale.

Pertanto sappiamo di aver ancora molto da imparare.

Sono tempi eccitanti!





Nessun commento:

Posta un commento

Elenco posts

 Elenco dei miei posts scritti nel periodo dal 28/3/18 all'11/04/24:                                                    ( su FB ) - vide...