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lunedì 23 luglio 2018

La difficoltà di comprendere le informazioni che ci vengono passate ogni giorno.

Ogni giorno i mezzi di informazione ci bombardano con dati espressi in forma percentuale che sembrerebbero proprio verificare le opinioni espresse da politici e giornalisti, trasformandole così in fatti incontestabili.

Scrivo queste poche righe per far riflettere i miei amici sul loro reale significato e metterli in guardia sulle ipotesi spacciate come verità, e che a prima vista sembrano interpretazioni corrette.

Esempio n.1  

(NB: questo esempio contiene un errore. Non l'ho corretto per non violare la linea temporale delle pubblicazioni.  Il risultato è 0,23 e non 0,30 come indicato. 
Per lo svolgimento corretto vedi il mio post del 2 maggio 2020:  
HIV, Covid-19 ed il vero signficato di un test con responso positivo  
)


Vi capita di fare le analisi e di risultare positivi al test per l’HIV (quello che provoca l'AIDS).
E' quasi una condanna a morte (o quantomeno una condanna a vita: la cronicizzazione della malattia costringe infatti ad assumere PER SEMPRE un cocktail di farmaci inibenti con effetti collaterali non trascurabili)

Leggiamo sul referto consegnatoci dal medico che i falsi positivi sono solo l’1%.

La maggior parte di noi interpreta questa affermazione come “ho il 99% di possibilità di sviluppare l’AIDS”:
infatti 100-1=99.

In realtà per un italiano la possibilità di aver contratto l'HIV - pur in presenza di un test con risultato positivo efficace al 99% - è inferiore ad una su 3, ed esattamente il 29,7% (come vedremo tra un attimo questo valore dipende dal paese in cui ci troviamo)!
Come è possibile, potremmo chiederci?

Nel nostro ragionamento semplicistico (100-1=99) abbiamo trascurato il fatto che l’HIV colpisce solo il 3 per mille circa della popolazione dei paesi sviluppati.

Quindi ecco come si deve procedere:
  • L’incidenza dell’hiv sulla popolazione è pari a 0,003 (il 3 per mille)
  • La probabilità di avere un esito positivo del test (a prescindere dall’aver contratto o meno l’HIV) è pari a 0,01 (cioè l’1%)
Il conto da eseguire è il seguente (ricavato dal teorema di Bayes per chi ne sia interessato):

Possibilità di aver contratto l’HIV = 0,003 x 0,99 / 0,01

E cioè 0,297 (poco meno del 30%): un risultato ben diverso dal 99%!

NB: il risultato varia in funzione del paese di residenza e cioè dal rapporto tra residenti affetti da HIV sul totale dei residenti.
Ad esempio nei paesi dell'Africa sub Sahariana l’incidenza sulla popolazione è ben maggiore del 3 per mille; quindi se un cittadino di uno di questi paesi (oppure un occidentale ivi residente) risulta positivo al test, la possibilità che sia stato contagiato dall'HIV sarà più elevata.

Esempio n.2
L’introduzione di un nuovo tipo di pillola anticoncezionale "di terza generazione" in Inghilterra nell’ottobre del 1995
Il “bugiardino” indicava - correttamente - un raddoppio del rischio di trombosi rispetto a quello causato dall’utilizzo di pillole di generazione precedente

La stampa diffuse la notizia in questi termini ("il dato grezzo") ed il pubblico reagì in maniera isterica: la trombosi infatti può causare un'embolia polmonare, che si sa può aver esito fatale e condurre alla morte.
Da qui la conclusione: "la nuova pillola uccide".

Parecchie donne fertili, spaventate dalle conseguenze paventate, smisero del tutto l’assunzione della pillola come metodo anticoncezionale (sia il farmaco di nuova che di vecchia generazione).
Nacquero 26.000 bambini in più dell’anno precedente e si registrarono pure 13.600 aborti in più.

Con la pillola di nuova generazione il rischio di trombosi era raddoppiato: da 1 / 7000 a 2 / 7000.
Cioè una donna su 3500 (tra coloro che usavano questo nuovo farmaco) rischiava una trombosi, mentre prima era una donna su 7000.
L'errore nel dare il giusto peso a questo dato di fatto è stato lasciar credere che "trombosi = embolia".

Venne poi calcolata l’incidenza del rischio di embolia polmonare fatale per ogni trombosi: risultò che l’assunzione della pillola di nuova generazione da parte di tutte le donne che già facevano uso di quel tipo di contraccettivo avrebbe causato ... meno di una morte!
Non abbiamo invece dati su quanti decessi collegati ai parti od agli aborti si siano verificati nello stesso periodo, ma sicuramente il rischio di un evento fatale collegato ad essi è più alto di qualche ordine di grandezza rispetto al rischio di morire per un'embolia causata dalla pillola.

Conclusioni.
In questi due esempi c’è una cosa in comune: l’analfabetismo funzionale
Abbiamo l’informazione grezza ma non la sappiamo trattare per comprendere un fenomeno, e di conseguenza agire per il meglio!
Cioè non riusciamo ad utilizzarla perché ci mancano nozioni specifiche, che invece sono a disposizione degli specialisti in materia (i famosi “tecnici”)

La presunzione da parte della maggioranza di noi di “sapere cosa ci vuole per far andar bene le cose” si scontra con queste evidenze.

Termino con una notizia intravista oggi su Stampa on line (che non ho avuto occasione di leggere nel dettaglio quindi mi perdonerete se riporto qualcosa di diverso rispetto all’articolo che vi invito a cercare e leggere)

“L’inquinamento dell’aria non è un problema solo per la salute dei polmoni: un numero crescente di evidenze scientifiche mostra che respirare aria pulita consentirebbe di evitare un gran numero di malattie cerebrovascolari e neurodegenerative...”

Io, uomo di strada, leggendo queste parole deduco che l'aria inquinata che respiriamo nelle nostre città CAUSA malattie cerebrovascolari e neurodegenerative.
Ecco perché aumentano Alzheimer ed altre sindromi che una volta neppure si sentivano nominare!!!

La cosa "mi suona" simile alla storia della pillola...

Un’idea di cosa significhi in realtà io ce l’ho:
Fatemi sapere la vostra opinione/spiegazione ed io vi esporrò la mia.
Un caro saluto a tutti!

Ecco una lettura consigliata:

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