contatore visite

mercoledì 2 gennaio 2019

Commento al discorso di Steve Jobs all'Università di Stanford

Steve Job non è stata una “brava persona” tuttavia ritengo abbia preparato per l’università di Stanford un discorso profondo (da solo o con l’aiuto di qualche editor?) pieno di spunti che ancor oggi fanno riflettere, tra i quali i seguenti cui dedico qualche commento.

1) La casualità anche se importante non è fine a se stessa.
 Non basta “vincere la lotteria”, che nel suo caso consiste poi nell’aver seguito un corso di calligrafia, all’apparenza un bagaglio inutile per chi si pone come obiettivo una laurea negli anni ‘70 del ‘900 ma risultata fondamentale per aver migliorato i caratteri usati oggi da PC, tablets e smartphones.
Bisogna piuttosto accorgersi di averla vinta: intuire il momento in cui uno dei “vantaggi relativi” che accumuliamo nel corso della nostra vita (e dei quali il più delle volte non siamo direttamente consapevoli) diventa fondamentale per la prossima decisione che dobbiamo prendere.
A questo proposito mi torna in mente un’asserzione di Fedro-Robert Pirsing in un’opera che ho già più volte citato, "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta":
“...qual’è la vera natura delle ipotesi? Perché sgorgano così numerose nel nostro cervello? Anche quando una di esse risulta falsificata alla prova dell’esperimento oggettivo, subito ce ne vengono in mente numerose altre, cosi senza fatica...”.
Ecco, ritengo che la risposta al quesito di Pircing sia la seguente: le ipotesi sgorgano con facilità perché abbiamo “ammassato” con l’esperienza moltissimi “corsi di calligrafia”, alcuni dei quali neppure ricordiamo di aver frequentato, pronti tuttavia ad esser saccheggiati dalla nostra risorsa più importante (il cervello) per far fronte a situazioni contingenti, spesso con processi che trascendono la nostra coscienza.

2) L’imprevedibilità della vita.
Nel mio post precedente riportavo l’opinione di Beau Lotto (un neuroscienziato che si occupa di studiare la percezione) secondo cui il nostro cervello si è evoluto per sfuggire all’incertezza, cosa che lo terrorizza.
Conseguenza di questa evoluzione è la creazione di pregiudizi (i bias di cui ho già parlato in diversi ambiti): la condivisione degli stessi pregiudizi permette la formazione di società di individui e ne garantisce la stabilità.
(Mi chiedo a questo punto se la stessa cultura non sia basata anch’essa su pregiudizi)
Job nel momento del trionfo del MAC viene licenziato dalla sua stessa azienda: si trova spiazzato, non sa cosa fare.
In realtà è così costretto ad abbandonare “i suoi pregiudizi” ed improvvisamente si trova libero di creare (come si deve esser sentito Stravinskij, vedi mio post precedente)
E le ipotesi non convenzionali iniziano a “sgorgare” dalla sua mente: non più solo PC ma pixar, next e ... un matrimonio!

3) “Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo perché prima o poi lo sarà veramente”
Ha l’apparenza di una banalità, un aggiornamento del “memento mori” trappista.
In parte è così, tuttavia Job vi aggiunge un qualcosa di nuovo “ricordate che oggi voi siete il nuovo ma un giorno non lontano diventerete il vecchio che deve essere eliminato”
Ancora una volta mi torna alla mente Pirsing e la sua metafisica della qualità: “è più morale che un’idea distrugga una società che non il contrario” (accedi al mio   post del 6/12/18 )
Job afferma con naturalezza che “il vecchio DEVE essere eliminato”
All’orecchio di chi come me ha una cultura base umanistica suona stonato, invece è la base della cultura scientifica!
Ogni “teoria” o “legge” nella scienza è sempre e solo provvisoria, in attesa di esse sostituita da una migliore.
Einstein ha “migliorato” le leggi di Newton così da poter dare una descrizione dell’universo più vicina alle osservazioni.
E prima o poi qualcuno formulerà una nuova teoria che spieghi anche fenomeni non previsti dalla relatività generale.

4) “Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito.”
La celebre conclusione del suo intervento "Siate affamati, siate folli" ("stay hungry stay foolish") ammette lui stesso di averla presa a prestito da Stewart Brand, in un contesto hippy di fine anni ‘60.
Il conformismo, e cioè la condivisione acritica delle altrui opinioni contestualmente all'autocensura e mortificazione delle proprie, forse conseguenza del timore di esser considerati devianti e quindi rifiutati "dal branco", è oggi alla base di molte situazioni anomale che riscontriamo ogni giorno.
Il bullismo nelle scuole ad esempio, oppure il timore di esprimere opinioni non condivise sui social.
Anche il rifiuto in blocco della politica (con questo termine intendo la presa di posizione pubblica in merito ad un tema) tutto sommato rientra in questa categoria.
Tutto ciò gioca a favore di chi si sottrae ad un confronto dialettico perché sa in anticipo di non aver argomenti validi a sostegno delle proprie tesi.

Provate ad accedere su un social al profilo di un leader (di un partito o di un movimento) ed a postare un commento che contenga una considerazione - pur ovvia - ma contraria alla linea da lui adottata: immediatamente sarete sommersi di post sarcastici o pieni di odio e risentimento.
La vostra voce annegherà in un coro di insulti e, di conseguenza, sarete persuasi "a non farlo più!".
Potreste allora notate che il vero fine di questa strategia - come spiegherò tra poco è il vero mezzo innovativo - non è quello di persuadervi a conformarvi al coro, ma di farvi desistere dall'esprimere le vostre opinioni personali qualora contrarie agli interessi del proprietario del blog.
La censura del XXI secolo - come fa notare Yuval N. Harari nel suo saggio "21 lezioni per il XXI secolo" si esercita non più impedendo la diffusione di un messaggio, ma annacquandolo in un mare di messaggi: diffondendo disinformazione (fake news) e distraendo la nostra attenzione con fatti irrilevanti.
Quindi il nostro post "critico" non sarà rimosso, semplicemente sarà immediatamente seguito da centinaia di post di diverso tenore che lo sposteranno inesorabilmente "verso il fondo pagina" del social e così sparirà molto velocemente alla vista del visitatore del blog.

Ma chi sono questi "supporters" che agiscono così tempestivamente e con disciplina?
La risposta è ... falsi profili (ad es trolls) controllati da aziende!
Dietro ai social dei politici contemporanei (ad iniziare da Trump, che ha perfezionato la strategia), ci sono infatti agenzie specializzate che procurano post e commenti positivi, curano la reputazione ed in definitiva ci ingannano facendoci credere di aver davanti persone reali.

Nulla di contrario alla legge: anche la mia azienda ha ricevuto offerte di agenzie che assicurano di poter fornire migliaia di followers alla pagina facebook o instagram.

Jobs è morto quando ancora questo modo di far politica non era la regola: tuttavia ne ha indicato l'antidoto.


Riporto qui di seguito il testo completo dell'intervento di Jobs:

Steve Jobs, Discorso all’Università di Stanford, 12 giugno 2005
Sono onorato di essere con voi oggi, per la vostra laurea in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Ad essere sincero, questa è la cosa più vicina ad una laurea, per me. Oggi voglio raccontarvi tre storie che mi appartengono. Tutto qui. Niente di particolare. Solo tre storie.
La prima storia parla di unire i puntini. Ho smesso di frequentare il Reed College dopo i primi 6 mesi, ma gli sono rimasto attorno per altri 18 mesi prima di lasciarlo definitivamente. Perchè lo feci? Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa universitaria nubile e decise di darmi in adozione.
Sentiva nel suo cuore che io dovessi essere adottato da un laureato, così venne preparata la mia adozione, alla nascita, per un avvocato e sua moglie. Solo quando vidi la luce questi decisero all'ultimo momento di desiderare una bambina. Quindi i miei genitori, che erano in lista d'attesa, vennero chiamati nel mezzo della notte da una voce che chiedeva: "Abbiamo un bambino indesiderato, lo volete?" Essi dissero: "Certo".
Mia madre biologica scoprì in seguito che mia madre non si era mai laureata a che mio padre non aveva neanche il diploma di scuola superiore. Rifiutò di firmare i documenti per l'adozione. Accettò, riluttante, solo qualche mese dopo quando i miei genitori promisero che un giorno sarei andato all'università.
17 anni dopo andai all'università. Ma ingenuamente scelsi un istituto universitario costoso quanto Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori lavoratori furono spesi per la retta. Dopo sei mesi non riuscivo a vederne l'utilità.
Non avevo idea di cosa fare nella vita e nessun indizio su come l'università avrebbe potuto aiutarmi a capirlo. Così spesi tutti i soldi che i miei genitori avevano risparmiato in un'intera vita di lavoro.
Decisi di non seguire il piano degli studi obbligatorio, confidando nel fatto che tutto si sarebbe sistemato. Ero molto spaventato da quella decisione che, col senno di poi, sarebbe stata una delle migliori decisioni che avessi mai preso.
Nel momento in cui scelsi un piano di studio personalizzato avevo la possibilità di ignorare le lezioni che non mi interessavano e di scegliere quelle che mi apparivano più interessanti.
Non era per niente romantico. Non avevo una stanza al dormitorio, così dormivo sul pavimento in stanze di amici. Restituivo i vuoti di coca cola per i 5 centesimi di deposito, ci compravo da mangiare, e mi facevo più di 10 chilometri a piedi attraverso la città, ogni domenica notte, per avere un pasto a settimana al tempio Hare Krishna. Che bello.
Tutto quello in cui inciampai semplicemente seguendo la mia curiosità ed il mio intuito si rivelò in seguito di valore inestimabile. Per esempio: il Reed College all'epoca offriva quello che era probabilmente il miglior corso di calligrafia del paese. In tutto il campus, ogni manifesto, ogni etichetta su ogni cassetto, era meravigliosamente scritto a mano. Decisi di prendere lezioni di calligrafia.
Appresi la differenza tra i tipi di caratteri con grazie e senza grazie. Imparai l'importanza della variazione dello spazio tra combinazioni diverse di caratteri (font proporzionali). Mi insegnarono quali elementi fanno della tipografia una grande tipografia. Era bellezza, storia ed arte, in una dimensione sottile che la scienza non può catturare.
Niente di tutto ciò aveva la benché minima speranza di una qualunque applicazione nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, tutto mi tornò utile. E lo mettemo interamente nel Mac. Era il primo computer che curasse la tipografia.
Se non avessi mai scelto quel corso, al college, il Mac non avrebbe mai avuto font proporzionali e font a larghezza fissa. E siccome Windows ha copiato il Mac, è probabile che nessun computer li avrebbe avuti. Se non avessi scelto di interrompere il piano degli studi obbligatorio non avrei scelto quel corso di calligrafia ed i personal computer avrebbero potuto non avere la stupenda tipografia che hanno.
Era ovviamente impossibile unire i puntini guardando al futuro mentre ero al college e capire in cosa si sarebbe concretizzato tutto ciò. Ma la realizzazione era estremamente chiara, guardardando alle spalle, dieci anni dopo. Ve lo ripeto, non puoi unire i puntini guardando al futuro, puoi connetterli in un disegno, solo se guardi al passato.
Dovete quindi avere fiducia nel fatto che i puntini si connetteranno, in qualche modo, nel vostro futuro. Dovete avere fede in qualcosa - il vostro intuito, il destino, la vita, il karma, quello che sia. Questo approccio non mi ha mai deluso e ha fatto tutta la differenza nella mia vita.
La seconda storia parla d'amore e di perdita. Sono stato fortunato - ho scoperto quello che amavo fare molto presto. Woz ed io fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo vent'anni. Lavorammo duro, e in 10 anni la Apple crebbe dai due che eravamo in un garage ad una società da 2 miliardi di dollari con più di 4000 impiegati.
Avevamo appena creato il nostro miglior prodotto - il Macintosh - un anno prima, e io avevo appena compiuto 30 anni.
E fui licenziato.
Come si fa ad essere licenziati dalla compagnia che hai fondato? Beh, non appena la Apple si espanse assumemmo qualcuno che pensavo fosse molto capace nel gestire l'azienda con me e, per il primo anno, le cose andarono bene. Ma la nostra visione del futuro cominciò a divergere e alla fine decidemmo di rompere. Quando ci fu la rottura i nostri dirigenti decisero di stare dalla sua parte. Così, a trent'anni, ero fuori. E molto pubblicamente.
Il centro della mia vita da adulto era completamente andato, sparito, è stato devastante. Non ho saputo che pesci pigliare per un po' di mesi. Sentivo di aver deluso la precedente generazione di imprenditori per aver mollato la presa. Incontrai David Packard e Bob Noyce per cercare di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu un fallimento pubblico, pensai addirittura di andarmene. Ma qualcosa, lentamente, si faceva luce in me. Amavo ancora quello che avevo realizzato.
L'inaspettato e repentino cambiamento alla Apple non aveva cambiato quello che provavo, neanche un poco. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Quindi decisi di ricominciare.
All'epoca non me ne accorsi, ma il mio licenziamento dalla Apple fu la cosa migliore che poteva capitarmi. Il peso del successo fu rimpiazzato dall'illuminazione di essere un principiante ancora una volta, con molta meno sicurezza su tutto. Questo mi liberò e mi consentì di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi, fondai una società di nome NeXT, un'altra di nome Pixar, e mi innamorai di una meravigliosa donna che sarebbe poi diventata mia moglie. Pixar finì per creare il primo film animato al computer della storia, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione più famoso al mondo. Apple, con una mossa notevole, acquisì NeXT, io tornai ad Apple, e la tecnologia che sviluppò con NeXT è oggi nel cuore dell'attuale rinascimento di Apple.
Laurene ed io abbiamo una stupenda famiglia. Sono sicurissimo che niente di tutto ciò sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato da Apple. E' stato un boccone amarissimo da buttar giù, ma era la medicina di cui avevo bisogno.
A volte la vita ti colpisce in testa come un mattone. Non perdete la fede. Sono convinto del fatto che l'unica cosa che mi ha consentito di proseguire sia stato l'amore che provavo per quello che facevo. Dovete trovare ciò che amate.
E questo è tanto vero per il vostro lavoro quanto per chi vi ama. Il lavoro riempirà gran parte della vostra vita e l'unico modo per essere veramente soddisfatti è quello di fare ciò che pensate sia il lavoro migliore. E l'unico modo per fare il lavoro migliore e quello di amare quello che fate. Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non vi fermate. Come tutti gli affari di cuore, lo saprete quando lo troverete. E, come nelle migliori relazioni, diventerà sempre migliore al passare degli anni. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l'avrete trovato. Non fermatevi.
La terza storia parla di morte. Quando avevo 17 anni, lessi un brano che diceva più o meno: "Se vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, prima o poi lo sarà veramente". Rimasi impressionato, e da allora, per gli ultimi 33 anni, ho guardato nello specchio ogni mattina e mi sono chiesto: "Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei veramente fare quello che sto per fare oggi?" E ogni volta che la risposta fosse "No" per troppi giorni di seguito sapevo di aver bisogno di cambiare qualcosa.
Ricordare che morirò presto è stato lo strumento più importante che mi ha consentito di fare le scelte più grandi della mia vita. Perchè praticamente tutto - tutte le aspettative, l'orgoglio, le paure di fallire - tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante. Ricordarsi che moriremo è il modo migliore che conosco per evitare la trappola di pensare di avere qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è nessun motivo per non seguire il vostro cuore.
Circa un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto una TAC alle 7:30 del mattino e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava sicuramente di un tipo di cancro incurabile, e che avrei avuto un'aspettativa di vita non superiore ai 3-6 mesi.
Il mio dottore mi consigliò di andare a casa e di sistemare le mie cose, che è il messaggio in codice dei dottori per dirti di prepararti a morire. Significa che devi provare a dire ai tuoi bambini ogni cosa che pensavi di dirgli nei prossimi dieci anni, in pochi mesi. Significa che devi assicurarti che ogni cosa sia a posto così che sarà poi più facile per la tua famiglia. Significa che devi dire addio. Ho vissuto con quella diagnosi tutto il giorno.
Più tardi, nel pomeriggio, mi è stata fatta una biopsia. Mi hanno infilato un endoscopio nella gola che è passato per il mio stomaco ed il mio intestino. hanno messo un ago nel mio pancreas e hanno prelevato alcune cellule dal tumore. Ero sotto sedativi, ma mia moglie, che era lì, mi ha detto che quando hanno analizzato le cellule al microscopio i dottori cominciarono a piangere perchè scoprirono che si trattava di una rarissima forma di cancro pancreatico curabile con la chirurgia. Sono stato operato. Ora sto bene.
E' stata la mia esperienza più vicina alla morte e spero che rimanga tale per qualche decennio ancora. Avendola superata posso finalmente dirvi con più certezza di quando la morte era semplicemente un utile concetto ma puramente intellettuale: nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo.
Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità. Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane, c'era un'incredibile pubblicazione chiamata The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Era stata creata da un tizio di nome Stewart Brand non troppo lontano da qui, a Menlo Park, e la portò alla luce con il suo tocco poetico. Stiamo parlando dei tardi anni '60, prima dei computer e del desktop publishing, quidi era tutta fatta con macchine da scrivere, forbici e Polaroid.
Era una sorta di Google di carta, 35 anni prima della venuta di Google: era idealistico, e pieno di strumenti utili ed informazioni preziose. Stewart ed il suo gruppo pubblicaro molti numeri del Grande Catalogo Mondiale fino all'ultima edizione. Eravamo a metà degli anni '70 ed io avevo la vostra età. Sul retro di copertina dell'ultimo numero c'èra la foto di una strada di campagna all'alba, quel tipo di strada sulla quale potreste trovarvi a fare l'autostop se voste così avventurosi. Sotto c'erano queste parole "Siate affamati, siate folli". Questo era il messaggio di congedo. Rimanere affamato. Rimanere folle. Me lo sono sempre augurato. Ed ora, per voi che state per laurearvi, lo auguro a voi.
Siate affamati. Siate folli.
Grazie.



Nessun commento:

Posta un commento

Elenco posts

 Elenco dei miei posts scritti nel periodo dal 28/3/18 all'11/04/24:                                                    ( su FB ) - vide...