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mercoledì 25 luglio 2018

Un tentativo di interpretazione dei dati oggettivi usando solo "il buon senso"

Nessuno di voi ha raccolto il mio invito espresso nel post del 23 luglio (relativamente a quanto riportato su La Stampa nell'articolo "anche il nostro cervello subisce gli effetti dell'inquinamento" ) e provato a fornire una spiegazione alternativa all'ipotesi “L'inquinamento causa malattie neurodegenerative e cardiocircolatorie” che leggendo il testo sembra verità incontestabile.

Ci proverò io facendo un’analisi basata esclusivamente sul buon senso (quindi senza fornire dati a supporto).

Ripeto ancora una volta: non ho letto tutto l'articolo (solo le prime righe dell'edizione on line) quindi nel resto del testo potrebbe essere indicata una spiegazione diversa dalla mia: scopritelo voi accedendo al link indicato.

Proviamo a fare qualche altra ipotesi plausibile e vediamo che succede:

A) l’incidenza delle malattie cardiocircolatorie e neurodegenerative è aumentata a causa di:
  • Incremento dell’aspettativa di vita nei paesi sviluppati: è più facile che una malattia del genere colpisca una persona di 60 anni o più rispetto ad una persona più giovane. Quindi all’aumento dell’età media crescono le probabilità di esser colpiti da sindromi di questo tipo
  • Nei paesi sviluppati la capacità diagnostica aumenta con il progresso e la tecnologia utilizzata. Nei primi anni dell’800 non esistevano diagnosi di Parkinson od Alzheimer: c’erano sicuramente persone affette da queste patologie (anche se in percentuali ridotte rispetto ad oggi perché allora la durata media della vita era inferiore ai 60 anni) ma non erano riconosciute come tali perché ancora non descritte dalla medicina. La stessa cosa succede ancora oggi nei villaggi e nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo (dove si concentra parte importante della popolazione mondiale).   Ne consegue pertanto che la maggiore incidenza di tali diagnosi nei paesi sviluppati è anche conseguenza di una migliore capacità diagnostica e maggiori risorse economiche investite nella sanità.

B) l’inquinamento è concentrato nelle aree urbane dove ci sono più industrie, più automobili e sistemi di controllo della temperatura degli immobili residenziali.
In poche parole l’inquinamento è maggiore nei paesi sviluppati rispetto a quelli poveri per le ragioni indicate, e l’incidenza delle malattie di cui ci stiamo occupando è maggiore negli stessi paesi per ragioni completamente diverse che abbiamo descritto al punto “A”

Pur senza ipotizzare un legame causale tra inquinamento e le malattie indicate ho presentato un complesso di ipotesi plausibili che possono spiegare la loro presenza contemporanea (correlazione)

Quindi è corretto dire che “dove c’è inquinamento c’è maggiore incidenza di queste malattie” mentre - a mio parere - è una forzatura affermare “l’inquinamento è la loro causa”

Termino con una dovuta considerazione: sicuramente l’articolo de La Stampa rilanciava una notizia già apparsa su un magazine specialistico.
Per esser pubblicato su testate di tal guisa l’articolo originale doveva trattare di una ricerca eseguita seguendo rigidi standard scientifici.
Niente di semplicistico e sicuramente difficile da comprendere per un non addetto ai lavori quale un giornalista che si occupa di molti argomenti diversi
Anche qui ha colpito l’analfabetismo funzionale, seppur ad un livello più alto.
Una persona senz’altro istruita, ma priva di competenze specifiche, non ha “compreso” il significato del messaggio, l’ha travisato ed ha - forse - trasmesso un messaggio diverso, più semplice e quindi più facile da capire e condividere da parte del pubblico.

Questo tipo di cortocircuito è purtroppo molto comune: la cattiva notizia è che ci sono persone, organizzazioni e pure aziende private che cercano attivamente di manipolarci usandolo!
Ad esempio "chi parla alla pancia del paese", come si dice oggi, per ottenere consenso: credo la maggior parte dei politici, ma anche di coloro che vogliono presentarsi come “guide” della nostra vita.

Ritengo che in una democrazia avanzata come la nostra, dove la mole di informazioni di cui possiamo disporre è enorme e difficile da gestire, tutti abbiamo il dovere di farci delle domande, di non accettare passivamente le conclusioni che ci vengono propinate dall’alto, di usare il buon senso e non fermarsi alla spiegazione più semplice perché la realtà è complessa e per capirla ci vogliono competenze specifiche che non tutti possiamo avere.

Abbiamo cioè bisogno degli esperti e della loro preparazione per decifrare la realtà.


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