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martedì 2 maggio 2023

Agnotologia, la scienza che spiega perché diventiamo sempre più ignoranti.

“La mia ignoranza vale tanto quanto la tua conoscenza” Isaac Asimov 1980 (1)

Mentre gnoseologia ed epistemologia indagano sui modi in cui la conoscenza viene acquisita, l’agnotologia è la scienza che studia i processi sociali ed i fenomeni culturali che conducono alla perdita del sapere. 


Il termine agnotologia (γνωσις λογια, vedi la voce “agnotology” su wiki) è stato coniato nel 1992 dal linguista e storico sociale Ian Boal dietro richiesta di Robert N. Proctor della Stanford University, ed apparve per la prima volta nel 1995 in una nota a piè pagina del saggio “The Cancer Wars: How Politics Shapes What We Know and Don't Know About Cancer” scritto da quest’ultimo.




Robert Proctor, classe 1954, è professore di storia della scienza e medicina polmonare.

Nel 1999, mentre ricopriva un incarico all’università di Pennsylvania, fu il primo a testimoniare contro l’industria del tabacco condannando le campagne condotte da quest’ultima finalizzate a creare dubbi circa gli effetti negativi sulla salute causati dal consumo di tali sostanze (2).


Le riflessioni sulle dinamiche che consentirono a tale industria di continuare ad operare indisturbata per decenni, nonostante la nocività del tabacco fosse stata dimostrata dalla scienza, ed il fatto che - incredibilmente - gran parte dell’opinione pubblica sembrasse sposare le tesi “dubitative” diffuse ad arte dalle tobacco companies, lo portarono a teorizzare l’esistenza di una ignoranza “costruita ad arte”, al fine di orientare l’opinione delle masse senza che queste possano fare affidamento sul proprio spirito critico.


Secondo Proctor esistono tre tipi di "ignoranza":

  •  ignoranza allo stato nativo: una semplice incompletezza di conoscenza, e cioè cose di cui il soggetto non sa nulla;

  •  ignoranza di scelta selettiva: quando il soggetto sceglie d’impulso, senza informarsi o approfondire l’argomento, per mancanza di interesse o di tempo;

  •  ignoranza indotta: in questo caso il soggetto è caduto vittima di una “fabbrica del dubbio” finalizzata a seminare paura e diffidenza verso il sapere scientifico.

Oggetto di studio dell’agnotologia è quest’ultimo tipo di ignoranza, la cui causa è da cercarsi all’esterno dell’individuo: qualcosa o qualcuno nell’ambiente in cui vive il soggetto agisce per “tenerlo al riparo” dalla conoscenza fornendogli “false piste”.


Agenti di tale “ignoranza indotta dalla cultura” (culturally induced ignorance) sono, secondo lo studioso:

- i media,
- i gruppi industriali
- le agenzie governative.

Per raggiungere i propri scopi si avvalgono della secretazione delle informazioni, della distruzione di dati e documenti, ed infine  favorendo processi di “memoria selettiva” (3).


Tra le cause passive del fenomeno troviamo le “bolle di informazioni strutturali”, alcune delle quali riflettono differenze razziali e di classe basate sull'accesso alle informazioni.


Esempio di come una scoperta scientifica sia stata volontariamente “ritardata” da agenti governativi è relativo alla conferma della correttezza della teoria della "tettonica a placche": per oltre un decennio alcune prove raccolte sono rimaste informazioni militari classificate in relazione alla guerra sottomarina.


La disponibilità e l’accessibilità di una sempre maggiore quantità di dati consente all’individuo di selezionare con cura quelle informazioni (fattuali o meno) che rafforzano le proprie convinzioni (bias di conferma) ed ignorare quelle “scomode”.


Infine, media quali la TV promuovono un tipo di intrattenimento ripetitivo, basato su opinioni più che su fatti - il cosiddetto “fact-free entertainment” - che allontana l’interesse della platea verso la scienza, considerata qualcosa di noioso da lasciare a chi se ne occupi per mestiere (4).


Sempre secondo Proctor, oggi staremmo vivendo “l’età dell’oro dell’ignoranza”: il termine agnotologia designerebbe dunque “la scienza dell’ignoranza, la storia dell’ignoranza, la politica dell’ignoranza e specialmente i sistemi di produzione dell’ignoranza”.


“…. I filosofi” - afferma l’autore - “si sono sempre occupati della conoscenza ed hanno sbagliato a trascurare l’altra faccia della medaglia, l’ignoranza, una realtà che ha una sua storia ed una sua geografia. Noi siamo circondati dall’ignoranza, che viene deliberatamente prodotta da potenti forze per lasciarci nel buio …”. 


Tra i molti casi di ignoranza prefabbricata ricordiamo le "fake news" e le "inserzioni pubblicitarie"; entrambe diffondono informazioni inesatte, manipolate o fuorvianti, per soddisfare le esigenze del mercato.


Anche la politica si è di recente avvalsa di un certo tipo di propaganda che mistifica la realtà e manipola i dati per ottenere consensi (5).


La velocità di circolazione delle notizie sui social è la caratteristica che favorisce l’azione di negazionisti e complottisti; con la loro propaganda essi seminano panico, diffidenza e disinformazione tra coloro che mancano di un bagaglio di conoscenze solido e di strumenti per riconoscere e selezionare le fonti autorevoli.



E qui in Italia?


Un approfondimento di “The Vision” rileva come nel 2021 ci sia stata una battuta d’arresto sia riguardo al numero dei diplomati che a quello di chi abbia conseguito un titolo terziario. 

Tutto ciò in un contesto nel quale la percentuale di soggetti che posseggono un titolo di studi superiore al diploma di terza media, nel nostro paese risulta inferiore alla media europea.


Le ultime prove INVALSI rilevano poi come uno studente italiano su due porti a termine il percorso scolastico senza le abilità di base (un fenomeno concentrato soprattutto al Sud, relativo ad aree socio-economicamente svantaggiate. 


La progressiva riduzione delle risorse investite nell’istruzione (la cui entità da tempo è inferiore alla media europea) portata avanti da tutti i recenti governi non fa che peggiorare la situazione.
Dobbiamo renderci conto che la proliferazione dell’ignoranza è una grave realtà nel nostro Paese, dove la diffusione di fake news trova fertile terreno, tanto da diventare uno strumento di primaria importanza per chi si occupi di politica.



Come difendersi dall’ignoranza indotta?


La via appare una sola: investire energie, tempo e soprattutto maggiori risorse nell’istruzione e nello sviluppo del pensiero critico.

Crearsi un bagaglio di conoscenze è un requisito essenziale per destreggiarsi nella moltitudine di stimoli e informazioni che riceviamo ogni giorno.


Proctor, oltre a rilevare le responsabilità dei media - che in un paese democratico dovrebbero dar risalto a fatti comprovati da studi scientifici e a dati certi piuttosto che all’opinione del singolo - suggerisce che ognuno di noi trovandosi davanti ad una notizia debba applicare tre regole per stabilirne la credibilità: 


  • chiedersi quale sia la fonte, 
  • capire quale sia la reputazione di questa fonte;
  • domandarsi se ci sia qualcuno che possa trarre vantaggio dalla diffusione della notizia.


Si tratta quindi di destinare tempo a seguire queste tre regole sottraendolo a quello che destiniamo ad accumulare informazioni senza sosta.



Note:


(1) Ecco il testo originale di Asimov:


…There is a cult of ignorance in the United States, and there has always been. The strain of anti-intellectualism has been a constant thread winding its way through our political and cultural life, nurtured by the false notion that democracy means that "my ignorance is just as good as your knowledge"… 


(“A cult of ignorance” Newsweek jan 21st 1980)



(2) David Dunning della Cornell University mise in guardia dall’utilizzo di internet quale mezzo per “propagare l'ignoranza” regolarmente utilizzato da  “interessi potenti”.


(3) Proctor: “… La mia ricerca si concentra soprattutto sulla vasta influenza che hanno avuto i gruppi economici organizzati, come big tobacco, produttori di sigarette, o big oil, industria del petrolio, o ancora come big soda, le grandi imprese che vendono bibite con dannosi quantitativi di zucchero. 

Questi soggetti diffondono informazioni fuorvianti nella società: fanno credere che il fumo non provochi il cancro, che la produzione di idrocarburi non sia poi così inquinante e che le bibite zuccherate non siano una delle cause dell’obesità”.

Lobby e industrie capaci di orientare l’opinione pubblica diffondendo dati falsificati sono dunque i principali fautori dell’ignoranza indotta …”


(4) Tuttavia non tutti i ricercatori sono d’accordo sulle modalità attraverso le quali i programmi televisivi influiscano sui soggetti.


(5) Proctor cita in proposito la campagna per le presidenziali americane del 2016, con gli attacchi personali condotti da Trump agli avversari attraverso l’uso di fake news e servendosi del meccanismo dell’omissione (“… Trump non ha mostrato la sua dichiarazione dei redditi e quindi non sappiamo quali siano le sue relazioni d’affari…”).










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